Spreco alimentare: ogni italiano getta nel cassonetto 65 chili di cibo all'anno

Spreco alimentare: italiani gettano nel cassonetto 65 chili di cibo all'anno
Ogni anno nel mondo vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all'anno, che equivalgono ad un terzo della produzione mondiale. Ed entro il 2030 lo spreco alimentare...

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Ogni anno nel mondo vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all'anno, che equivalgono ad un terzo della produzione mondiale. Ed entro il 2030 lo spreco alimentare salirà a circa 2,1 miliardi di tonnellate (+61,5% rispetto a oggi), con ulteriori danni a livello sociale, economico e ambientale. Tuttavia l'Italia si distingue nella lotta alle perdite alimentari, perché spreca solo il 2% del cibo prima di venderlo, mentre a casa gli italiani gettano 65 Kg/anno pro capite.




È la foto scattata da Fondazione Barilla Center for Food e Nutrition in occasione della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare, che si terrà il 5 febbraio, che mostra un fenomeno drammatico che ci allontana dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell'Agenda 2030 dell'ONU. Quando parliamo di spreco alimentare parliamo sia di cibo perso (Food Loss) che sprecato (Food Waste). Il primo è quello che si ferma nelle prime fasi della filiera produttiva, prima di essere venduto. In Italia corrisponde al 2% del cibo prodotto, come la maggior parte dei paesi in EU (14 su 28 paesi membri).

Lo spreco di cibo, invece, avviene a livello domestico, nei ristoranti e nei negozi. E qui rimane ancora molto da fare. «Il 30% dei cereali prodotti, il 35% del pesce pescato, il 45% di frutta e verdura coltivata, il 20% dei prodotti lattiero-caseari e il 20% della carne vengono gettati ogni anno. Un danno per il Pianeta, che ci fornisce le sue risorse, un danno economico - per aziende e famiglie - e sociale, visto che con 1/4 di quel cibo potremmo sfamare i circa 821 milioni di persone nel mondo che non hanno possibilità di mangiare. Questo dimostra l'urgenza di dar vita a una rivoluzione alimentare, che passi però da azioni concrete e da una adeguata educazione che ci aiuti a prevenire questo fenomeno», spiega Anna Ruggerini, Direttore Operativo della Fondazione Barilla.
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Il Messaggero