Il 2018 è stato un anno difficile per i consumi di salumi, ma i prosciutti crudi e cotti, lo speck, i salami, la bresaola e le carni suine sembrano comunque ben presenti...
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Al primo posto delle preferenze resta il prosciutto cotto con il 26,4%; seguito dal prosciutto crudo con il 21,8%; la mortadella/wurstel con il 19%, il salame con il 7,9% e la bresaola con l'1,4%. Chiudono gli altri salumi con il 23,6%. Sul fronte della produzione, gli industriali segnalano che il 2018 ha registrato una importante crescita (+3,9%) nella produzione di prosciutti crudi stagionati e (+4,0%) in valore per 2.273 milioni di euro. Il prosciutto crudo stagionato è divenuto così il principale salume prodotto con riferimento ai volumi oltreché ai valori. Nel 2018 è proseguita, per il quinto anno consecutivo, la crescita dello speck, la cui produzione è arrivata a quota 35.900 ton (+4,1%) per un valore di 357,6 milioni di euro (+4%). In aumento anche la produzione di salame che, anche beneficiando della buona performance dell'export, è salita a 112.100 ton (+0,8%) per un valore di 944,6 milioni di euro (+1,5%).
Solido aumento per la bresaola, che ha chiuso il 2018 con un +3,4% in quantità per 17.900 ton e un +3,7% in valore per 280,6 milioni di euro. Andamento cedente, invece, per la pancetta, che nel complesso dei dodici mesi ha visto la produzione fermarsi a quota 51.200 ton (-2,1%) per un valore di 229,3 milioni di euro (-1,6%). In calo anche la coppa 43.000 ton (-0,6%) per 321,1 milioni di euro (-0,2%). Trend cedente anche per la produzione di mortadella, fermatasi a 164.800 ton (-0,9%) per un valore di 661,8 milioni di euro (-0,5%) e per quella di wurstel, scesi a quota 60.500 ton (-1,2%) per un valore di circa 184,8 milioni di euro (-1,6%). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero