Parmigiano Reggiano, anno record: produzione Dop +1,35%. Ora obiettivo Emirati

Per il Parmigiano Reggiano il 2018 sarà sicuramente un anno da segnare negli annali. I numeri parlano chiaro: la produzione della Dop cresce complessivamente dell'1,35%...

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Per il Parmigiano Reggiano il 2018 sarà sicuramente un anno da segnare negli annali. I numeri parlano chiaro: la produzione della Dop cresce complessivamente dell'1,35% rispetto all’anno precedente e raggiunge i 3,7 milioni di forme (circa 148 mila tonnellate) ovvero il livello più elevato nella storia del formaggio italiano più conosciuto. «Il Parmigiano Reggiano – dice Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio - continua a crescere e ad allargare il proprio mercato. Anche il 2018 è stato un anno positivo: abbiamo registrato un incremento in termini di produzione, quotazioni ed export. In particolare, nonostante ci sia stato un aumento di offerta di prodotto sul mercato, il prezzo ha tenuto e si è attestato intorno ai 10 euro al chilo».


Grazie a questi numeri, il Re dei formaggi rappresenta, non solo il primo marchio Dop al mondo per influenza (classifica “The Most Influential Brands 2018” di Ipsos), ma anche il primo prodotto food Dop/Igp per valore alla produzione (rapporto Qualivita-Ismea). Il che significa un giro d’affari al consumo pari a 2,4 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta (5 le province della zona di origine: Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova destra fiume Po, Bologna sinistra fiume Reno) dove avviene la produzione dei foraggi, la produzione di latte, la trasformazione in Parmigiano Reggiano, la stagionatura e il confezionamento. Negli ultimi due anni, la produzione è infatti aumentata da 3,47 milioni di forme a 3,7 milioni di forme, registrando una crescita pari al 6,6%. Il Parmigiano Reggiano sta vivendo un momento felice anche per quanto riguarda le quotazioni. Se nel 2016 il costo al chilo era pari a 8,60 euro, nel 2018 la quotazione media annua si è attestata ai 10 euro con un incremento del 16,3% (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore).


L’Italia continua a essere il primo mercato e genera il 60% del fatturato anche se la quota export cresce del +5,5% in volume rispetto all’anno precedente. La Francia è il primo mercato (11.333 tonnellate), seguito da Usa (10.439 tonnellate), Germania (9.471 tonnellate), Regno Unito (6.940 tonnellate) e Canada (3.030 tonnellate). Se Francia e Regno Unito crescono (rispettivamente +12,6% e +2,2%) la Germania frena (-4,4%) a causa della concorrenza dei prodotti similari. Al contrario, cresce il Canada (+17,7%) che, grazie agli accordi Ceta, conferma le previste opportunità di sviluppo. «Il mercato estero diventa sempre più importante – continua Bertinelli – nel 2018 abbiamo infatti superato la quota record del 40%, uno sviluppo incredibile se pensiamo che solo cinque anni la quota era pari al 34%. Questo successo non è un traguardo ma un nuovo punto di partenza e così il Consorzio sta investendo un budget di oltre 24 milioni di euro (1,5 milioni in più rispetto all’anno precedente) per promuovere la Dop in Italia e all’estero, con alcuni focus specifici su nuove aree vocate al consumo del nostro formaggio, per esempio gli Emirati Arabi, nei quali abbiamo lanciato una campagna di comunicazione per raccontare al consumatore quali sono le differenze tra il vero Parmigiano Reggiano e il fake Parmesan». Ma il Consorzio non si accontenta e la sfida per il 2019 è di collocare il prodotto a un prezzo più remunerativo. Infatti per quest’anno si prevede un ulteriore incremento della produzione che porterà il numero delle forme a superare quota 3,75 milioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero