Il Gambero Rosso: Dilia a Parigi, LuMi a Sydney e Song' E Napoli a New York i migliori ristoranti italiani all'estero

Gli chef Farnesi, Iovine e Sanellato
La cucina italiana all'estero fa faville e soprattutto «non è più condita dalla malinconia dei vecchi migranti, ma è invece coraggio nel fare...

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La cucina italiana all'estero fa faville e soprattutto «non è più condita dalla malinconia dei vecchi migranti, ma è invece coraggio nel fare impresa», come ha detto Lorenzo Ruggeri, curatore della guida online Top Italian Restaurants di Gambero Rosso che classifica e recensisce 500 indirizzi di cucina italiana di qualità in 35 Paesi del mondo. Questi i premi speciali della guida: Michele Farnesi, chef e proprietario di Dilia a Parigi, premiato come Chef dell'anno e Federico Zanellato, Executive Chef di LuMi a Sydney, Ristorante dell'anno. La Pizzeria dell'anno è a New York dove c'è un angolo squisitamente partenopeo: Song' E Napoli di Ciro Iovine. La Carta dei Vini dell'anno punta il Sud America e premia il lavoro di Rolly Pavia, con la sua Osteria del Becco a Città del Messico, forte di una collezione enologica italiana da brividi, con oltre 40.000 etichette di vini di culto dal dopoguerra ad oggi.


Ancora, l'Apertura dell'anno è firmata dalla famiglia Iaccarino, a Toronto: Don Alfonso gira già a pieno ritmo a pochi mesi dall'apertura. Infine, il Premio Innovazione/Tradizione rende merito a Luigia, il progetto di Enrico Coppola e Luigi Guarnaccia, capaci di replicare pizzerie di alta qualità, a Ginevra come a Dubai, puntando su concept nuovi e formule imprenditoriali vincenti. «Premiamo con orgoglio 500 eroi, gli avamposti del nuovo modo di fare impresa nella ristorazione - ha detto il presidente di Gambero Rosso, Paolo Cuccia - con molta attenzione all'autenticità delle materie prime, ma anche al sociale e alle possibilità di riscatto personale che il settore offre. Controllando che i vini e gli oli utilizzati siano made in Italy, non facciamo distinzioni di passaporto. Oggi anche uno chef giapponese o argentino può esprimere italianità a tavola se rispetta la nostra cultura e i nostri ingredienti. La vera sfida di questi imprenditori è esportare prodotti di qualità e saperli valorizzare».
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Il Messaggero