Federpesca, il futuro dell'acquacoltura europea discusso alla fiera di Aquafarm

L’obiettivo è di rendere più competitivi tali settori in accordo con le indicazioni del Parlamento Europeo

Federpesca, il futuro dell'acquacoltura europea discusso alla fiera di Aquafarm
Si è tenuto nelle scorse ore il convegno «La nuova politica comune della pesca: quali proposte per il futuro dell’acquacoltura», organizzato da Federpesca...

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Si è tenuto nelle scorse ore il convegno «La nuova politica comune della pesca: quali proposte per il futuro dell’acquacoltura», organizzato da Federpesca e dall’Università politecnica delle Marche in occasione di Aquafarm, la fiera dell’acquacoltura che si tiene ogni anno a Pordenone. Tra gli argomenti del convegno il rapporto di scambio e complementarità tra i settori della pesca e dell’acquacoltura nel cogliere le sfide di riduzione della dipendenza dalle importazioni di prodotti ittici, della sostenibilità ambientale, dell’innovazione tecnologica e del ricambio generazionale, con l’obiettivo di rendere più competitivi questi settori in accordo con le indicazioni dei provvedimenti in questi mesi in discussione al Parlamento Europeo.

Il convegno è stato aperto dall’On Rosanna Conte, della Commissione Pesca del Parlamento europeo, che ha affermato il suo impegno per un’acquacoltura sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale. Moderati da Chiara Zaccaroni della rivista Il Pesce, sono intervenuti al convegno Francesca Biondo, direttore di Federpesca, Ike Olivotto, Professore dell’Università Politecnica delle Marche, Giuseppe Prioli, Presidente AMA, Roberto Manai, Presidente Centro di Sviluppo ittico Toscano. Ha concluso il convegno Federico Bigoni, Vicepresidente di Federpesca; mentre Maria Vittoria Briscolini, dirigente al MASAF, ha portato un saluto finale. «Siamo qui per testimoniare che pesca e acquacoltura non sono due comparti in competizione» ha dichiarato la direttrice di Federpesca, Francesca Biondo».

«Bensì è fondamentale collaborare ad un nuovo modello di integrazione tra i settori che insieme rispondano al fabbisogno di prodotti ittici degli italiani riducendo la dipendenza dalle importazioni. Entrambi i settori in Italia garantiscono infatti prodotti di grande qualità ed è fondamentale che insieme lavorino per vincere le sfide della transizione ecologica, del ricambio generazionale e dello sviluppo di nuove competenze, della sostenibilità economica e sociale.

 

C’è una forte domanda di prodotti ittici e con il giusto supporto del Feampa e meccanismi di semplificazione e trasparenza da parte della pubblica amministrazione è ancora possibile scrivere un futuro diverso per le imprese della pesca e dell’acquacoltura italiane», ha così concluso la direttrice.

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Il Messaggero