Fab Four, quattro cocktail per celebrare il White Album dei Beatles

Il 22 novembre del 1968 i Beatles pubblicavano uno dei più grandi capolavori della loro carriera, il disco che porta il loro nome, conosciuto anche come “The White Album”. Per l’occasione, gli esperti della mixology hanno preparato la cover-drinklist “The Fab Four” per celebrare la tracklist

Fab Four, quattro cocktail per celebrare il White Album dei Beatles
I Beatles hanno segnato un’epoca e dietro a ogni loro foto, dichiarazione e canzone i fan hanno sempre cercato qualcosa di non detto che veniva rivelato solo a chi sapesse...

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I Beatles hanno segnato un’epoca e dietro a ogni loro foto, dichiarazione e canzone i fan hanno sempre cercato qualcosa di non detto che veniva rivelato solo a chi sapesse leggere gli indizi per lo più riportati sulle copertine dei dischi. Per esempio, la morte di Paul McCartney “certificata” dalla fotografia della copertina di Abbey Road dove era ritratto mentre attraversava la strada a piedi. Teoria suffragata dalla copertina di Sgt. Peppers dove i Quattro sono ritratti davanti a una tomba adornata da fiori gialli che formano un basso, la chitarra suonata appunto da McCartney. Ma è con il White Album che la dietrologia legata alla presunta morte del Beatle raggiunge il suo apice. “I’m so tired”, la canzone di John Lennon compresa nel doppio Lp si chiude con il ritornello “Mih ssim, mih ssim, mih ssim. Nam ded see lope” che se ascoltato al contrario suonerebbe: “Paul is dead man. Miss him, miss him, miss him”. Anche la copertina, bianchissima con una scritta in rilievo che riporta solo il nome della band, è oggetto di analisi. Il bianco candido ricorda l’“Opera al Bianco”, l’Albedo, la fase alchemica di distillazione e purificazione dopo la Nigredo, appunto, il caos originario da cui ha avuto origine la creazione artistica del celeberrimo Quartetto. 30 brani che rappresentano una prodigiosa ecletticità spaziano infatti fra hard rock e vaudeville, blues e country&western, ska e ballads, folk, psichedelia e sperimentazione elettronica, pop leggero e confessioni private. Insomma, nelle sue quattro facciate di vinile il White Album ha segnato un momento di svolta nel mondo della popular music.

Un altro particolare inquietante è legato al White Album e a fatti di sangue accaduti proprio nei giorni in cui l’album veniva presentato. Pare infatti che Charles Manson, il killer che terrorizzò l’America con i suoi efferati delitti, fosse così ossessionato dalle sonorità dell’album da scrivere col sangue delle sue vittime sulle pareti delle scene dei suoi crimini i titoli delle canzoni “Helter Skelter” e “Piggies”.

 

Quattro cocktail per i Fab Four

“Come i Beatles hanno conquistato tutti partendo dalla loro Liverpool - commenta Alberto Birollo, drinksetter di Anthology by Mavolo - anche la drinklist che abbiamo realizzato per celebrare il White Album, rigorosamente total white come la copertina del doppio Lp, finirà per conquistare gli amanti della mixology in un caleidoscopio di esperienze di gusto, che ripercorre proprio quella tensione creativa che ha caratterizzato le sessioni d’incisione dei protagonisti”.

Infatti, per festeggiare il 55esimo compleanno del vinile, gli esperti di Anthology by Mavolo, imitando i valori cari agli alchimisti, hanno preparato un “Doppio Bianco alternativo”, celebrando la tracklist originaria con l’interpretazione di un’artista d’eccezione: Lo spirits specialist Alberto Birollo. Il drinksetter ha infatti realizzato una “cover-drinklist” dal nome The Fab Four, in onore di Paul, John, Ringo e George.

Il J. Lemon dedicato a John Lennon è una rivisitazione del “Penicillin” al quale, per alzare il livello di freschezza e vivacità, è stata aggiunta la Ginger Beer Le Tribute. A coronare il tutto una leggera spruzzata di zafferano, che aggiunge un aroma avvolgente e abbellisce il cocktail.

Il Long Long Lime è per George Harrison ed è meglio noto come “Tommy’s Mezcal Margarita” mentre il McCharmly è una reinterpretazione dello “Stinger” in versione Paul McCartney e Ringo Bingo è una rilettura del “Ramos Gin Fizz” dedicata Ringo Starr.

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Il Messaggero