Cosa si mangia a Carnevale a Roma? Non solo frappe e castagnole

Chi l'ha detto che a Carnevale gli unici piatti tipici a Roma sono le frappe e castagnole? Vi è un terzo dolce molto amato dai romani e dai turisti che si trovano in...

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Chi l'ha detto che a Carnevale gli unici piatti tipici a Roma sono le frappe e castagnole? Vi è un terzo dolce molto amato dai romani e dai turisti che si trovano in Capitale nel periodo più allegro dell'anno. Sono i ravioli dolci e per farli serviranno ingredienti come 300 grammi di farina 00, 1 uovo, 60 grammi di burro, 80 grammi di zucchero, 1 stecca di vaniglia, 90 millilitri di latte, 250 grammi di marmellata di arance, Olio di semi di arachide q.b., Zucchero a velo a piacere. La riuscita del piatto dipende dalla preparazione. In primo luogo bisogna mescolare farina, burro e zucchero e creare un composto a cui si andrà ad aggiungere l'uovo, semi della stecca di vaniglia e latte. Successivamente, bisogna lasciar riposare il panetto per almeno 20 minuti. A seguire, è necessario stendere l'impasto con le mani e passarlo nel tirapasta con uno spessore di circa 2 mm. Poi ancora, aggiungere sulla sfoglia dei mucchietti di marmellata e bagnare l'impasto intorno. Piegare la sfoglia su se stessa, premere bene per far toccare i lati. Infine, friggerli nell'olio e far assorbire l'eccesso sulla carta da cucina. Lo zucchero a velo sopra sarà la ciliegina sulla torta che li renderà più gustosi. Un altro piatto tipico romano del Carnevale è la frappa. Da tutti conosciute come chiacchiere, cambiano il nome a seconda della città. Quelle romane si contraddistinguono per la leggerezza e la loro friabilità. Affinché vengano così si consiglia di usare il liquore nell’impasto, il burro ammorbidito e le uova a temperatura ambiente.Per quanto riguarda le castagnole, la loro origine è incerta; il nome attribuitogli lascia pensare che prendano posto in tavola per sostituire le “castagne” che ormai hanno da poco finito la loro stagione; le castagnole in effetti hanno anche il colore e una forma che, in qualche modo, ricorda le castagne. FOTO: SHUTTERSTOCK MUSICA: PROJECT A_KORBEN


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Il Messaggero