Walter Veltroni all'Aquila per presentare il suo libro

Walter Veltroni
L'AQUILA Sbarca in libreria il nuovo romanzo di Walter Veltroni, «ci coinvolge e ci interroga con "La Scelta" con i sentimenti della finzione letteraria e con...

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L'AQUILA Sbarca in libreria il nuovo romanzo di Walter Veltroni, «ci coinvolge e ci interroga con "La Scelta" con i sentimenti della finzione letteraria e con la forza della memoria storica.»

«Siamo a Roma, nei giorni afosi del luglio 1943. In una casa di un quartiere popolare, Margherita, quattordici anni, diventa donna e si sente sola. Suo fratello Arnaldo, diciottenne ribelle, è ormai lontano. La madre Maria cerca il cibo per sfamare la famiglia. Il padre Ascenzo, usciere all'agenzia di stampa Stefani, accudisce con devozione personale e politica il fascistissimo presidente Morgagni. Padre e figlio sono nemici. Nemici che si vogliono bene. Ma nemici. Margherita è smarrita, la paura che tracima dal cuore.» Questa la nota descrittiva curata dalla casa editrice Rizzoli, del volume di Veltroni "La Scelta" che il 13 aprile prossimo, a partire dalle ore 18 verrà presentato dall'autore stesso, nella libreria indipendente aquilana "Colacchi".

«Voglio vivere così col sole in fronte e felice canto beatamente...Voglio vivere e godere l'aria del monte perché questo incanto non costa niente». La canzone è di Ferruccio Tagliavini che Margherita canta ascoltando il grammofono, la mattina in cui scopre di esser diventata donna, come ogni bambina che improvvisamente si affaccia nel mondo degli adulti, per lei in un periodo storico non certo magico, descritto nel primo capitolo del libro. «E mentre canto prendo la scopa dal ripostiglio e danzo con lei. Quel manico di legno per me ora è Franco, il ragazzo della terza B. Nella mia casa vuota, in questa mattina di luglio, immagino che sia lui a guidarmi, mentre mi perdo in mille giravolte, sorridendo al mondo che verrà.»

Un romanzo che riesce a far incrociare la grande storia a personaggi immaginari, ambientata in una Roma ancora infestata da "venti di guerra", (visto il periodo sicuramente un "Ponentino") nel mese di luglio 1943.


Margherita -si legge ancora nella recensione- è voce narrante di un romanzo che soltanto romanzo non è;  è la più giovane e pura testimone di un racconto corale che di capitolo in capitolo alterna le singole voci di una famiglia romana messa spalle al muro dal conflitto bellico fino a portarci, nostro malgrado, alla realtà della guerra vera che si sta combattendo oggi in Ucraina, in nome della libertà».
Sabrina Giangrande Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero