Abusi e botte sulla compagna davanti alla figlia di lei: condannato a 8 anni

Abusi e botte sulla compagna davanti alla figlia di lei: condannato a 8 anni
Ha lasciato l'aula di Tribunale senza dire mezza parola dopo la lettura della sentenza: 8 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici la condanna inflitta a...

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Ha lasciato l'aula di Tribunale senza dire mezza parola dopo la lettura della sentenza: 8 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici la condanna inflitta a un uomo di 49 anni della provincia di Chieti. Nei suoi confronti accuse pesanti ovvero violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ai danni di quella che è stata la sua convivente more uxorio, di due anni più giovane. Liti che in alcune circostanze sono avvenute alla presenza della figlia di lei. Il pubblico ministero Marika Ponziani aveva chiesto la condanna a 7 anni e 6 mesi.

Il Tribunale, presidente Guido Campli, giudici a latere Giulia Colangeli e Morena Susi, è rimasto in camera di consiglio per circa un'ora: fra 90 giorni si conosceranno le motivazioni. Secondo l'accusa l'uomo avrebbe sottoposto la convivente a continue vessazioni fisiche e psicologiche e in particolare, nel corso di quotidiani accessi di ira dovuti a futili motivi e aggravati dal suo stato di ubriachezza, la ossessionava con la propria morbosa gelosia, la ingiuriava e sviliva apostrofandola con epiteti irripetibili, la minacciava di morte, la aggrediva e percuoteva. Aggressioni ripetute, con lei presa a calci e per i polsi, strattonata e presa per i capelli, che le hanno provocato lesioni guaribili in sette giorni refertate in tre occasioni, a marzo e ottobre 2019 e agosto del 2020.

L'uomo, sempre secondo l'accusa, l'avrebbe costretta ripetutamente a subire atti sessuali, usandole violenza consistita nell'immobilizzarla afferrandole le braccia, ovvero stringendole le mani attorno al collo o ancora afferrandola per i capelli. Il 49enne è tutt'ora sottoposto al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, che a suo tempo fu presa in carico dal centro antiviolenza Donn.è di Ortona, e che non si è costituita parte civile, anzi ha ritrattato le accuse. E che ieri era in Tribunale per l'ultima udienza, durante la quale è stato sentito un testimone mentre ad un altro teste la difesa ha rinunciato.
 

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Il Messaggero