Violenta e ricatta l'amante che vuole lasciarlo: «Squarto tuo figlio». Condannato a 6 anni

Violenta e ricatta l'amante che vuole lasciarlo: «Squarto tuo figlio». Condannato a 6 anni
La sera d'estate in cui fu violentata dall'uomo conosciuto online anni prima che da tempo, ormai, l'aveva completamente sottomessa a tal punto poi da farla cadere in...

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La sera d'estate in cui fu violentata dall'uomo conosciuto online anni prima che da tempo, ormai, l'aveva completamente sottomessa a tal punto poi da farla cadere in uno stato di depressione e mancanza di autostima, fu anche ulteriormente umiliata con un gesto di estremo disprezzo come quello di fotografarla nuda, scatto accompagnato da un gesto scurrile. 

Ad essere stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per violenza sessuale, atti persecutori e percosse un operaio 46enne originario della provincia di Frosinone (la richiesta dell'accusa era stata di 8 anni). Per la donna, che si è costituita parte civile assistita dall'avvocata Elena Piunti, tutto è cominciato a gennaio del 2017 quando i due hanno iniziato a frequentarsi e a vedersi in un b&b nel Teramano. In realtà loro si erano conosciuti intorno al 2010 online, quando lei era in un periodo di crisi matrimoniale, ma inizialmente l'uomo era gentile.

Il cambiamento radicale è arrivato quando è cominciata la frequentazione vera e propria, ma la donna, all'epoca, quella gelosia che si è manifestata subito l'aveva intesa, invece, come un interesse nei suoi confronti, «una forma di attenzione per lei, sfociata purtroppo in comportamenti penalmente rilevanti», ha evidenziato la pm. Si parla di 50 60 telefonate al giorno. E quando lei non rispondeva, lui chiamava il centralino del suo posto di lavoro, dicendo: «Dov'è quella p...., vedete se sta in bagno con qualcuno». La loro storia, però, è andata avanti lo stesso, perché lui ogni volta, poi, chiedeva scusa e otteneva il perdono anche quando dalle parole è passato alle mani.

La donna, durante la relazione sentimentale, è stata picchiata e presa a pugni, schiaffi e lui le ha anche spento le sigarette su una mano e su un braccio. Ma se quei segni col tempo sono passati, «il terrore, invece, in lei è ancora vivo anche a distanza di anni», è stato ribadito in aula. La donna recentemente ha testimoniato «e pure se l'imputato non era presente, era visibile il suo stato», hanno sottolineato la parte civile e l'accusa. Quell'uomo, inoltre, sarebbe addirittura arrivato a minacciare di uccidere suo figlio se lei lo avesse lasciato. «Te lo squarto e prendo le sue budella. Tuo figlio te lo appendo sopra il cruscotto della macchina. Te lo squarto». Frasi che hanno gelato l'aula mentre venivano ripetute per ricostruire l'accaduto.

Fino all'episodio della violenza sessuale, che si sarebbe consumata a luglio del 2017, ma denunciata solo in un secondo momento, quando lei, mesi dopo, ha trovato il coraggio di allontanarsi da quell'uomo che ormai l'aveva completamente distrutta psicologicamente. Quel giorno la donna si trovava in compagnia di un'amica. È stato lui a raggiungerla e lei a voler rimanere con lui per tranquillizzarlo. Dopo cena, nel b&b del Teramano, il 46enne l'avrebbe afferrata per i capelli e costretta a subire abusi sessuali. Mentre lei piangeva, l'avrebbe portata in bagno e lì, come ulteriore umiliazione, le ha scattato una foto per immortalare quel momento. Fotografia poi inviata all'amica della donna per dimostrarle di cosa sarebbe stato capace se solo lei lo avesse lasciato. Una vicenda agghiacciante che ha fatto piombare nella depressione la donna che oggi sta affrontando un impegnativo percorso psicologico per riappropriarsi della sua vita e gettarsi dietro questa terribile storia che con l'amore e l'affetto non ha avuto nulla a che fare.

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Il Messaggero