Rifugio per cani a Villalago, protesta contro lo sfratto: «Struttura aperta da 17 anni, ora dove andranno?»

Rifugio per cani, protesta contro lo sfratto: «Sono 17 anni che accolgo cani abbandonati e soli»
L’ufficio tecnico del Comune di Villalago intima Lucrezia Sciore, che gestisce un rifugio per cani abbandonati, di sgomberare e sistemare l’area entro il 4...

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L’ufficio tecnico del Comune di Villalago intima Lucrezia Sciore, che gestisce un rifugio per cani abbandonati, di sgomberare e sistemare l’area entro il 4 agosto. Cioè tra due giorni. L’intervento del Comune in provincia dell'Aquila rientra nella cosiddetta “Operazione decoro per Villalago”. Ma Lucrezia Sciore, ex insegnante in pensione, non vuole arrendersi, e avvia una petizione popolare, annunciando proteste al fine «di impedire lo smantellamento del rifugio», forte del fatto che la struttura è autorizzata. Conferma che emergerebbe dal documento del veterinario della Asl di Sulmona, dove viene specificato, che negli anni 2007/2009, sono state effettuate alcune sterilizzazioni, in collaborazione con il Comune. Dal sopralluogo effettuato dai carabinieri forestali, non sarebbe emerso nulla di anomalo, relativamente al decoro e alla custodia degli animali presenti.

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«Il sindaco - spiega l’ex insegnante - quindi mi ha chiesto se avessi la concessione per quel terreno, che ebbi dall’allora amministrazione di Cesidio Grossi nell’anno 2005/2006. Purtroppo, la copia è andata smarrita, durante la ripulitura degli interni della mia abitazione. L’originale dovrebbe essere nei dossier comunali, ma mi si dice che non ne esiste traccia. Sono passati 17 anni da quando ho realizzato il rifugio, esclusivamente con le mie risorse e senza oneri per il Comune». Il rifugio è in funzione da 17 anni ed ha ospitato, tra adulti e cuccioli, più di 50 cani, di cui molti dati in adozione, altri a fine vita, sono stati sepolti in luoghi idonei. «Se pensano di smantellare il rifugio - continua Sciore - che ci riflettano attentamente, andando ad informarsi sulla legge per la protezione degli animali, che implica che i randagi nel Comune di appartenenza, sono automaticamente intestati al sindaco».
 

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Il Messaggero