Variante indiana e nigeriana a Teramo: focolai stroncati sul nascere

Variante indiana e nigeriana: focolai stroncati sul nascere
Anche a Teramo ha fatto capolino la tanto temuta variante indiana. Arriva in quella che pare la fine di una recrudescenza del virus, dopo una seconda e terza ondata che ha fatto...

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Anche a Teramo ha fatto capolino la tanto temuta variante indiana. Arriva in quella che pare la fine di una recrudescenza del virus, dopo una seconda e terza ondata che ha fatto tremare la Asl: «In certi giorni avevamo 400 positivi al giorno» dice  il responsabile Ucat, Giandomenico Pinto che malgrado tutto limita i casi della variante a tre, non di più. Sparsi a macchia di leopardo sul territorio, uno a Martinsicuro, la cittadina con un tasso di immigrazione molto elevato della provincia di Teramo, e gli altri all’interno: «Per fortuna non vi sono cluster, noi li abbiamo identificati, e la situazione è sotto controllo, riusciamo ad isolarli subito e pertanto non vi dovrebbero essere problemi, ciò che la rende pericolosa è la sua alta contagiosità. Noi dalla comunicazione dell’Izs che riferisce l’esito dei tamponi immediatamente mettiamo in sicurezza la persona interessata».

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Anche sull’effetto dei vaccini sulla variante, Pinto non nutre dubbi: «Sono attivi in tal senso, riescono a neutralizzarla, non vi sono particolari preoccupazioni». Anche se gli scienziati sono preoccupati per i sottotipi che sarebbero molto veloci nel trasmettere il contagio, esprimendo qualche dubbio sull’effetto appunto del vaccino. Purtuttavia a Teramo il numero esiguo non dovrebbe creare problemi, almeno per il momento soprattutto, prosegue Pinto, «in un periodo, quello caldo, estivo, in cui il virus ha qualche problema a replicarsi». Addirittura il responsabile Ucat prevede una stagione a zero contagi, la scomparsa quasi del tanto temuto Covid a Teramo. Il tasso di contagiosità «è bassissimo e dovremmo migliorare ancora». Sulla tanto temuta quarta ondata, Pinto asserisce che «sì, potremmo attenderci qualcosa ma molto più controllabile di prima».

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Oltre a quella indiana, preoccupa anche l’affacciarsi di quella nigeriana. «Anche qui comunque possiamo star tranquilli dal momento che sono pochi casi e l’abbiamo isolata in quei centri di accoglienza per immigrati a Teramo dove si è manifestata, anche con qualche cluster, ma ora ripeto è tutto sotto controllo, i tracciamenti ci sono stati e li abbiamo fatti in tempo, circoscrivendo il fenomeno». Sotto controllo anche la variante brasiliana che a Teramo non sta dando scossoni e non desta quindi allarmi.
Finora l’asso della manica di Pinto è stato il fatto che «siamo riusciti ad isolare in tempo reale nel 100% dei casi tutte le persone positive, indipendentemente dalla variante, per ora è semplice perché abbiamo pochi casi ma anche quando ce n’erano 250 l’abbiamo fatto. Ora abbiamo raggiunto un eccellente grado di organizzazione». Durante il periodo Covid, il comune di Teramo con i suoi 55 mila abitanti, in proporzione, non è stato toccato dai contagi come alcune altre realtà in provincia. Pinto attribuisce il fenomeno al fatto «che più piccolo è il comune e più facile è il contagio, perché in queste realtà sono tutti amici e parenti e i rapporti sociali più intensi, quindi più semplice il replicarsi delle infezioni».


In conclusione, con la vaccinazione agli adolescenti «avremo un ulteriore arma per la riapertura delle scuole». E sui no vax “la percentuale resta molto bassa” mentre per gli anziani nell’entroterra che ancora non si vaccinano, Pinto ha già pronto un camper con cui andare e risolvere gli ultimi restii. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero