Vanno via di casa perchè c'è l'amianto: il giudice li condanna

Vanno via di casa perchè c'è l'amianto: il giudice li condanna
Dopo aver scoperto che sul tetto della loro abitazione, dove vivono in affitto, c'è una copertura d'amianto, e dopo aver fatto presente la pericolosità della...

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Dopo aver scoperto che sul tetto della loro abitazione, dove vivono in affitto, c'è una copertura d'amianto, e dopo aver fatto presente la pericolosità della situazione al proprietario e al condominio, vanno via di casa, ma vengono condannati dal giudice a pagare 7.000 euro per non aver rispettato il contratto. E' la vicenda, per certi versi anche paradossale, che sta vivendo una famiglia di Pescara che, cercando di comportarsi con la massima civiltà, aveva fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per far risolvere quel problema che poteva essere pericoloso per la salute di tutta la famiglia che abitava in quella palazzina di viale Marconi. Avevano anche chiesto al proprietario dell'appartamento, che sembra essere anche il costruttore della palazzina (e che quindi era a conoscenza della presenza dell'amianto sul tetto) la risoluzione consensuale del contratto per queste valide motivazioni, ma non c'era stato nulla da fare. Non solo, ma per avere la certezza di quello che andavano sostenendo, la famiglia, a sue spese, aveva anche fatto effettuare delle analisi alla Asl, affermando che quelle polveri continuavano a scendere dai pluviali del terrazzo al sesto piano dove è appunto situato l'appartamento che occupava. Visto che nessuno faceva nulla per risolvere il problema, gli affittuari, che avevano sempre pagato puntualmente l'affitto, decisero allora di andare via e lasciare l'appartamento. Ma il proprietario, dopo alcuni mesi, si è rivolto al giudice e prima con un precetto, poi con un decreto ingiuntivo, si è fatto riconoscere quel credito derivante dal mancato rispetto del contratto, per il fatto che la famiglia andò via senza dare i sei mesi di preavviso. Adesso il legale della famiglia, l'avvocato Gabriele Di Tizio, sta raccogliendo la documentazione necessaria (analisi della Asl comprese) per presentare l'opposizione al decreto ingiuntivo.

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Il Messaggero