Università dell’Aquila: primo corridoio umanitario per studenti rifugiati

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L'AQUILA - La realizzazione di un “corridoio universitario” per rifugiati quale dimostrazione di sensibilità ed estrema apertura da parte...

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L'AQUILA - La realizzazione di un “corridoio universitario” per rifugiati quale dimostrazione di sensibilità ed estrema apertura da parte dell’Università dell’Aquila verso studenti meno fortunati e sicuramente più vulnerabili che, diversamente, non avrebbero altre possibilità di realizzare studi universitari.

Il progetto si è materializzato con l’arrivo all’Aquila, lo scorso martedì 29 settembre, dopo un periodo di quarantena trascorso in strutture protette, del primo studente vincitore del programma “University Corridors for Refugees Unicore 2.0” promosso da dieci atenei italiani con il supporto di Unhcr, Maeci, Caritas italiana, Diaconia valdese e con il contributo di diversi partner locali per L’Aquila quali Adsu, Caritas diocesana, Servizio migrantes della Caritas di Avezzano, Arci, Abruzzo crocevia e Ricostruire insieme.

In totale sono venti, tra ragazze e ragazzi di diverse nazionalità, titolari di protezione internazionale come rifugiati, coloro che hanno avuto l’opportunità di vincere una borsa di studio, che gli ha permesso di arrivare in Italia in condizioni di sicurezza, con i cosiddetti corridoi universitari, e iscriversi a un corso di Laurea magistrale in una delle università aderenti.

«Siamo davvero felici di accogliere questo nuovo studente, perseguendo concretamente quegli obiettivi di uguaglianza, pari accesso alle opportunità e di attenzione per la realtà dell’immigrazione che da anni sono al centro delle politiche del nostro ateneo» spiegano i coordinatori del progetto per l’Università dell’Aquila, i docenti Francesca Caroccia e Luigi Gaffuri, referenti del Rettore rispettivamente, per le politiche di uguaglianza e pari opportunità e per la cooperazione internazionale allo sviluppo, evidenziando, inoltre, l’importanza sulle modalità di selezione degli studenti, avvenuti «in base al merito accademico- proseguono i due- e alla motivazione; nel nostro caso, si tratta di un ragazzo che presentava un curriculum davvero degno di nota e che aveva già conseguito una laurea nel suo paese con il massimo dei voti, prima che le vicende politiche stravolgessero la sua esistenza».

La politica dell’accoglienza è ampiamente attuata dall’Università dell’Aquila, e numerosi sono gli studenti stranieri provenienti da paesi e territori che non garantiscono la tutela dei diritti fondamentali. Integrazione e valorizzazione delle competenze è «divenuta preciso obiettivo programmatico nel 2019, con la sottoscrizione del “Manifesto dell’Università Inclusiva”, una iniziativa promossa dall’Unhcr con cui l’ateneo aquilano, insieme ad altri trentotto atenei italiani, si è impegnato a facilitare l’accesso dei rifugiati al sistema educativo con risorse e competenze adeguate e, si legge in un comunicato stampa, «l’attivazione dei corridoi universitari costituisce dunque la prima linea di attuazione concreta del Manifesto; un risultato straordinario, non scontato anche a causa delle difficoltà dovute all’emergenza da Covid-19 e per la riuscita del quale è stato fondamentale il lavoro di squadra e il coordinamento con i partner e le istituzioni territoriali».


La prof.ssa Caroccia esprime un particolare ringraziamento al vicesindaco dell’Aquila, Raffaele Daniele, per essersi «impegnato personalmente in alcuni delicati passaggi amministrativi».
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Il Messaggero