Denaro in cambio di posti di lavoro fantasma all'università d'Annunzio: cinque arrestati

Denaro in cambio di posti di lavoro fantasma all'università d'Annunzio: cinque arrestati
CHIETI Promettevano posti fantasma all'università di Chieti in cambio di denaro. Con questa accusa i Carabinieri di Chieti hanno arrestato cinque persone per truffa e...

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CHIETI Promettevano posti fantasma all'università di Chieti in cambio di denaro. Con questa accusa i Carabinieri di Chieti hanno arrestato cinque persone per truffa e millantato credito. Le ordinanze di custodia cautelare sono state attuate questo pomeriggio nei confronti di soggetti responsabili, a vario titolo, anche di altri reati: sostituzione di persona e falso in scrittura privata.


Queste le persone colpite dai provvedimenti:

MARINO Patrizia, classe 1959, impiegata ASL di Ortona che aveva il compito di procacciare le vittime;



MAGNO Pamela, classe 1982, disoccupata di Ortona, figlia della MARINO, ideatrice di tutte le attività illecite. Assegnava compiti e ruoli agli altri complici, redigeva di proprio pugno false scritture private, si sostituiva a persone realmente esistenti o immaginarie, millantando anche conoscenze influenti all’interno dell’ateneo;



MARINO Marco, classe 1960, disoccupato di Ortona, fratello di Patrizia. Analogamente alla nipote, redigeva di proprio pugno false scritture private, si sostituiva a persone realmente esistenti o immaginarie e millantava con le vittime conoscenze influenti all’interno dell’ateneo;



DI ODOARDO Luciano, classe 1945, di Ortona, dirigente ARTA Pescara, probabile ideatore del sistema. Utilizzava la propria autorevolezza per dare spessore alle promesse, seguiva con attenzione l’evolversi degli eventi, dando consigli e disposizioni direttamente alla MARINO Patrizia;



VADINI Maria Concetta, classe 1959, disoccupata di Ortona, si sostituiva telefonicamente a persone reali o immaginarie, millantando influenti conoscenze all’interno dell’università e recitando, di volta in volta, le parti che le venivano assegnate principalmente dalla figlia dell’impiegata della ASL.



Denunciati in stato di libertà anche D’Arcangelo Lino Camillo, classe 1955, dipendente della ASL, responsabile della mensa dell’Ospedale “SS. Annunziata” di Chieti che partecipava all’opera di convincimento delle vittime, garantendo il buon fine delle trattative, e DI RENZO Cesare Claudio, clase1979, disoccupato, figlio della VADINI, che si sostituiva telefonicamente a persone reali o immaginarie eseguendo, di volta in volta, le disposizioni impartitegli da MAGNO Pamela. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero