Coronavirus, dipendente contagiato: chiuso il Tribunale di Vasto

Coronavirus, dipendente contagiato: chiuso il Tribunale di Vasto
Stop alle udienze fino a sabato prossimo e tamponi per tutti. Questa mattina la postazione mobile della Asl stazionerà davanti al tribunale di Vasto per sottoporre a...

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Stop alle udienze fino a sabato prossimo e tamponi per tutti. Questa mattina la postazione mobile della Asl stazionerà davanti al tribunale di Vasto per sottoporre a tampone tutti i lavoratori di tribunale e procura della Repubblica, circa 80 persone, dopo l'accertamento della positività al Coronavirus di una persona - legata all'impennata di contagi della scorsa settimana, gran parte all'interno della locale comunità rom - che operava a palazzo di giustizia nell'ambito della convenzione con il Comune di Vasto e la casa circondariale.


Ieri mattina una ditta specializzata ha eseguito la sanificazione di tutti i locali dell'edificio di via Bachelet dove gli uffici restano aperti solo per «gli atti indifferibili e urgenti», come da disposizioni del presidente Bruno Giangiacomo. Il rinvio delle udienze, per attuare tutti gli adempimenti del caso, interrompe un'attività giudiziaria che stava riprendendo con una certa costanza e con udienze importanti calendarizzate in settimana. Le risposte arriveranno in tempi rapidi, confidando in esiti negativi che evitino così ulteriori complicazioni verso il ritorno alla normalità dell'attività giudiziaria.


Dal bollettino di ieri, intanto, emergono altri due casi di positività al Coronavirus, che portano a 45 il numero degli attualmente positivi in città, per la maggior parte nel nuovo cluster sviluppatosi la scorsa settimana, e a 70 il totale dei contagiati dall'inizio dell'emergenza. L'accertamento è stato rapido, con circa quaranta tamponi fatti ieri mattina dal personale della Asl al quartiere San Paolo e poi analizzati in laboratorio. Non potranno lasciare le loro abitazioni i residenti del condominio di via de Gasperi che, seppur risultati negativi al tampone, devono rispettare il periodo di quarantena imposto dalle autorità sanitarie. «Alcuni di loro hanno chiesto di poter raggiungere abitazioni dei figli o altre case». Il primo cittadino aveva rappresentato questa esigenza anche durante il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza «ma la Asl ha dato parere contrario, almeno fino a quando non ci sarà un secondo tampone di controllo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero