Terremoto, scuola insicura dopo i lavori: prosciolti in sette. Indagini fuori tempo massimo

Il Tribunale dell'Aquila
«Quando abbiamo aperto le porte di sicurezza stavamo per cadere nel vuoto: non c’erano le scale e questo in tutti e tre i piani». Così nel 2014, Roberto...

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«Quando abbiamo aperto le porte di sicurezza stavamo per cadere nel vuoto: non c’erano le scale e questo in tutti e tre i piani». Così nel 2014, Roberto Prosperi, comandante del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila, raccontando una delle “scoperte” fatte in due scuole superiori di Sulmona nelle quali erano stati eseguiti lavori di messa in sicurezza antisismica dopo il terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. In realtà non eseguiti o eseguiti male. Come i fondamentali dispositivi per assorbire le scosse. Una situazione ad altissimo rischio al punto che aveva portato gli uomini della Fiamme gialle a sequestrare due corpi di fabbrica dell’Istituto tecnico commerciale “A. De Nino” e dell’Istituto tecnico per geometri “R. Morandi”, in esecuzione del provvedimento del Gip del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Garganella su richiesta dei Pm Stefano Gallo e Roberta D’Avolio.

Ora su questa vicenda giudiziaria è calato il sipario con la formula del “non doversi procedere per intervenuta prescrizione” nei riguardi di sette imputati finiti sotto processo. L’unica condanna, sotto forma di una sanzione amministrativa per 60mila euro, è stata inflitta alla società capogruppo dell’Ati aggiudicataria dell’appalto per la messa in sicurezza della scuola, accusata di aver ricevuto denaro dalla Provincia per lavori rivendicati ma a quanto pare non eseguiti e per non aver pagato lavori alle società subappaltatrici.

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Il Messaggero