Terremoto, il Governo fa causa alle famiglie delle vittime: rivogliamo i risarcimenti

Terremoto, il Governo fa causa alle famiglie delle vittime: rivogliamo i risarcimenti
Le famiglie delle vittime del terremoto dell'Aquila non dovevano essere risarcite per il mancato allarme del 2009. Di conseguenza, revono restituire allo Stato le...

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Le famiglie delle vittime del terremoto dell'Aquila non dovevano essere risarcite per il mancato allarme del 2009. Di conseguenza, revono restituire allo Stato le provvisionali già incassate prima dell'assoluzione (in appello) dei membri della Commissione Grandi Rischi. Così, la Presidenza del Consiglio dei ministri porterà davanti al Tribunale civile diversi parenti dei morti di otto anni fa Parti civili che in questi giorni si sono viste recapitare le citazioni in giudizio a fine luglio per discutere la restituzione delle somme.


La prima volta che il Governo ha “battuto cassa” risale al 2014, con la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila quando sei dei sette membri della Commissione Grandi Rischi a vario titolo erano stati assolti dall’accusa di avere rassicurato la popolazione una settimana prima dai tragici accadimenti, sui pericoli in corso e dunque sui pericoli in corso. L’unico ad essere condannato a due anni di reclusione, l’ex numero “due” del Dipartimento di protezione civile, Bernardo De Bernardinis, con sentenza che per lui è diventata definitiva nel novembre di due anni fa. Contestualmente la Corte aveva falcidiato gran parte delle parti civili precedentemente ammesse e riconosciute. Ad intimare alle parti civili di restituire le somme, con tanto di atti di messa in mora, l’ex capo Dipartimento, Franco Gabrielli (ex Prefetto dell’Aquila ed attuale Capo della Polizia di Stato). Ma ad eccezione di qualche caso, la maggior parte dei familiari delle vittime, non ha ritenuto di dover dare seguito a tale istanza visto che la stessa Corte d’Appello non aveva revocato le provvisionali e sulla circostanza che alla fine una condanna c’è stata, oltre al fatto che in sede civile la questione è ancora aperta. Ora lo Stato ci riprova.
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Il Messaggero