Terremoto, studente morto sotto le macerie all'Aquila: risarcimento bloccato

La madre di Luigi Cellini
AVEZZANO «Le comunichiamo che stiamo provvedendo all’accreditamento di quanto è dovuto». E invece nulla. Sono trascorsi oltre due anni dalla...

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AVEZZANO «Le comunichiamo che stiamo provvedendo all’accreditamento di quanto è dovuto». E invece nulla. Sono trascorsi oltre due anni dalla comunicazione con la quale il ministero dell’Istruzione e dell’Università assicurava alla famiglia di una vittima del terremoto dell’Aquila che avrebbe ricevuto il risarcimento stabilito dal giudice, ma nulla è accaduto.

«Dei quattrini non hanno visto neanche l’ombra, neppure dopo il decreto ingiuntivo» racconta al Messaggero Antonio Milo, del foro di Avezzano, che ha assunto la difesa di parte civile della famiglia di Luigi Cellini, il 15enne di Trasacco morto la notte del 6 aprile del 2009 nel terremoto dell’Aquila.

«Si attende ancora dal Ministero il risarcimento danni stabilito con una sentenza dal giudice del tribunale dell’Aquila. Nonostante il decreto ingiuntivo e i continui solleciti - aggiunge Milo . La mamma e la sorella di Luigi attendono ancora le somme del risarcimento». Il giudice del Tibunale civile dell’Aquila, Monica Croci, accogliendo le istanze degli avvocati della parte offesa – Antonio Milo e Stefano Rossi – ha condannato l’ex preside Bearzi (rappresentato dall’avvocato Paolo Guidobaldi), in solido con il Ministero dell’Istruzione e Convitto Nazionale, a risarcire la mamma del minore, Lucia Catarinacci, della somma di 110 mila euro e la sorella del giovane studente scomparso, Lucia Cellini, della somma di 88 mila euro.

«Gravità unica – ha continuato Milo- visto che lo Stato dovrebbe aiutare le famiglie delle vittime di eventi così drammatici, quali la perdita di un figlio. La madre mi chiede continuamente i motivi di questi assurdi ritardi e cerco di rassicurarla. Ma andrò avanti e continuerò a richiedere le somme stabilite dal giudice a tutela delle mie assistite».

Il giovane Luigi rimase vittima nel crollo del Convitto nazionale. Sotto le macerie morirono in tre, tutti minorenni: due stranieri e appunto il ragazzo di Trasacco. 

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Il Messaggero