6 aprile 2009/Petrocchi: «La pandemia non zittisce la memoria»

Il cardinale Giuseppe Petrocchi
L'AQUILA - Sulla comunità aquilana nuove onde d’urto dovute all’emergenza in corso. È l’accostamento dell’arcivescovo metropolita...

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L'AQUILA - Sulla comunità aquilana nuove onde d’urto dovute all’emergenza in corso. È l’accostamento dell’arcivescovo metropolita cardinale Giuseppe Petrocchi nel messaggio per l’undicesimo anniversario del sisma. Una ricorrenza, quella di domani, segnata "da un altro tsunami pandemico", un nuovo destino avverso ma la città è abituata a superare prove difficili: sono le parole e l'augurio del presule.


"Sui volti e nei gesti della Gente aquilana ricompaiono la stessa dignità indomita e la fierezza operosa dimostrate nei giorni del terremoto". Tuttavia non si può, secondo il pastore, prescindere dal "velo di tristezza aggiunta" che ammanta questa ricorrenza. Solo quando questa emergenza entrerà nella fase di riflusso si potrà capire l’entità e l’ampiezza dei danni che ha provocato.

"Alcuni effetti delle calamità sociali – sottolinea il metropolita – sono successivi all’evento: come l’ematoma su un corpo non compare subito ma dopo un po’ di tempo dal colpo percepito". La commemorazione dell’anniversario del sisma quest’anno sarà ovviamente diversa dal solito.

"L’allerta del Coronavirus – prosegue l’arcivescovo – non riuscirà ad ammutolire la memoria del rovinoso sisma del 2009: la Città affiderà la sua voce ai 309 rintocchi di campana che, nella notte, ricorderanno le vittime del terremoto. Questi suoni, mesti e solenni, intendono abbracciare con la loro eco anche il dolore di tutte le famiglie che hanno perso i loro cari, spesso in circostanza strazianti, a causa del micidiale contagio".

Il cardinale, inoltre, lancia un appello alla responsabilità collettiva e individuale: "La battaglia contro il virus può essere combattuta e vinta solo serrando le fila e mantenendo lo schieramento compatto della comunità civile ed ecclesiale".

Un profondo ringraziamento Petrocchi lo riserva a tutti gli operatori della Sanità: "Un grazie convinto e commosso va a tutti coloro che si prodigano per respingere gli attacchi insidiosi del Coronavirus. Il monumento al loro eroismo, prima che venga costruito sulle piazze, è già stato edificato nel cuore della gente".


L'arcivescovo conclude affidando alla Madonna e ai Santi patroni il territorio aquilano affinché "con la loro intercessione ci difendano dagli attacchi del male e ci aiutino ad essere un popolo che, dopo aver attraversato una dura prova, avanza migliorato nella sua identità e più unito di prima". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero