Moglie, marito e figlio spacciano davanti al Tribunale. Un "cliente" paga addirittura con un Suv

Moglie, marito e figlio spacciano davanti al Tribunale. Un "cliente" paga addirittura con un Suv
Si erano spinti con estrema spregiudicatezza fino a spacciare di fronte al palazzo di Giustizia di Teramo dove davano appuntamento ai tossicodipendenti e lì avrebbero...

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Si erano spinti con estrema spregiudicatezza fino a spacciare di fronte al palazzo di Giustizia di Teramo dove davano appuntamento ai tossicodipendenti e lì avrebbero ceduto le dosi di droga già pattuite nonostante la presenza delle forze dell’ordine. I carabinieri di Giulianova hanno scoperto un intero nucleo familiare, composto da marito, moglie e un figlio 19enne, dedito all’attività di spaccio il quale, proprio secondo gli inquirenti, aveva messo su «una piccola organizzazione criminale» che si era spinta a vendere abitualmente rilevanti quantità di droga in pieno giorno e, principalmente, proprio davanti al piazzale del Tribunale.

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A finire agli arresti domiciliari i due coniugi di Mosciano, Giuseppina e Domenico Di Rocco, rispettivamente di 36 e 44 anni, mentre al figlio 19enne il gip Lorenzo Prudenzano ha concesso l’obbligo giornaliero di firma. L’operazione, ribattezzata “Dike” dal nome della dea greca della giustizia che in questo caso sarebbe stata profanata dai componenti della famiglia, è partita con le indagini a settembre sotto il coordinamento del pm Enrica Medori. Il sospetto iniziale è che l’unica fonte di sostentamento della famiglia fosse proprio l’attività di spaccio. Poi, però, si scopre che la vera mente dell’intera organizzazione sarebbe stata la donna, Giuseppina, tra l’altro già sottoposta alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, che nel frattempo aveva aperto in pieno centro a Teramo, in una parallela di via Mario Capuani, un negozio di abbigliamento, subito chiuso, che le serviva per potersi spostare da Mosciano in questo periodo di Covid-19. E’ questo l’escamotage per continua a fare su e giù e avere contatti con i tossicodipendenti teramani.
Come mezzo di spostamento ha sempre usato un Range Rover Evoque con il quale, in un’occasione, ha pure tentato di investire un militare. È accaduto negli scorsi mesi, quando i carabinieri stavano già documentando le cessioni. L’episodio si è verificato di fronte al Tribunale di Teramo durante uno dei servizi di controllo e pedinamento. È successo che dopo aver scoperto la donna a cedere una dose ad un tossicodipendente, i militari hanno proceduto al controllo, ma a quel punto la 36enne è risalita sulla sua auto e nella fuga, ha tentato di investire i militari intervenuti.

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Attraverso le indagini gli investigatori hanno inoltre scoperto che la Range Rover, del valore di 40mila euro, in realtà era stata acquistata da un tossicodipendente e poi consegnata a Giuseppina Di Rocco per saldare debiti di droga, ma pure per garantirsi ulteriori dosi fino all’equivalente del valore dell’auto. Il veicolo ora è stato sequestrato dai carabinieri per la successiva confisca. Si parla di cessioni di cocaina ed eroina per un valore complessivo di circa 15mila euro quelli documentati in tre mesi di attività. Un ruolo minore lo ha avuto il figlio, che è sempre rimasto nei dintorni di Mosciano e della loro abitazione per le cessioni di droga ai tossicodipendenti che aveva già preso accordi con i genitori, mentre Domenico era il faccendiere e segretario di sua moglie.
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Il Messaggero