Ingegnere romano morto sul Gran Sasso, il racconto choc: «Ho visto il mio amico precipitare nel vuoto»

«Ero il secondo in cordata e stavo passando la corda a Davide. Lui mi ha detto che, dopo la prima parte, la scalata sarebbe stata più facile, infatti procedeva spedito. La fune, che inizialmente era lenta, si è tesa improvvisamente. Il mio amico è precipitato per circa una ventina di metri, battendo più volte contro le rocce»

  «Ho visto il mio amico precipitare davanti ai miei occhi». Sotto choc, la voce rotta dalla commozione, carabinieri L.C.D.A., 57enne romano, sopravvissuto alla...

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«Ho visto il mio amico precipitare davanti ai miei occhi». Sotto choc, la voce rotta dalla commozione, carabinieri L.C.D.A., 57enne romano, sopravvissuto alla tragedia di sabato sulla via Mirka, ha spiegato ai carabinieri cosa è successo sabato sulla parete est del Corno Piccolo, sul Gran Sasso, versante della provincia di Teramo, a quota 2.460 metri, dove è morto l’amico e compagno di cordata Davide Destriere, 52 anni, ingegnere di Roma. «Terminato il primo tratto, il più difficile da scalare - prosegue il 57enne - mi trovavo immobile sulla seconda base. Ero il secondo in cordata e stavo passando la corda a Davide. Lui mi ha detto che, dopo la prima parte, la scalata sarebbe stata più facile, infatti procedeva spedito. La fune, che inizialmente era lenta, si è tesa improvvisamente. Il mio amico è precipitato per circa una ventina di metri, battendo più volte contro le rocce».


Il compagno di cordata ha immediatamente allertato la centrale per i soccorsi. Sul momento Destriere non sembrasse grave, ha riferito il suo amico che era ancora vivo, anche se «si lamentava per un forte dolore alla gamba. Poi le urla si sono fatte sempre più intense – prosegue nel racconto ai carabinieri – infine il silenzio». Tra le ipotesi della tragedia c’è quella di una presa di ancoraggio che potrebbe essersi improvvisamente staccata. Sarà compito delle indagini stabilirlo. I due erano arrivati venerdì pomeriggio al rifugio Franchetti, sul versante teramano del Gran Sasso, con l’obiettivo di partire presto il giorno seguente per la scalata sulla via Mirka. Sabato mattina, all’alba, hanno iniziato l’ascesa. L’allarme è scattato alle 13.30 per il soccorso di un alpinista ferito e un altro in difficoltà. Immediato l’intervento del Soccorso alpino. In breve tempo, i soccorsi hanno raggiunto la zona, anche se le condizioni meteorologiche non erano favorevoli in quota, sabato c’erano forti le raffiche di vento. Sul posto sono giunti gli operatori del servizio sanitario 118 in elicottero, insieme ai volontari del Soccorso Alpino e Speleologico dell’Abruzzo e i carabinieri rocciatori della stazione di Pietracamela. A causa delle forti raffiche di vento, un tecnico del Soccorso Alpino è sceso in parete dall’elicottero e ha recuperato l’alpinista illeso, portandolo al centro operativo allestito a Prati di Tivo, dove è stato poi sentito dai carabinieri per una prima ricostruzione dell’accaduto. Successivamente, l’elicottero è tornato in vetta e gli operatori hanno recuperato il corpo dell’alpinista deceduto, che è stato trasportato a Prati di Tivo e quindi all’obitorio dell’ospedale di Teramo a bordo di un mezzo delle onoranze funebri.



Ieri mattina alle 9 è stata effettuata l’ispezione cadaverica disposta dal sostituto procuratore di turno Davide Rosati, che ha aperto un’inchiesta sull’incidente senza indagati. Poi la salma è stata subito restituita alla famiglia. Davide Destriere, ingegnere che lavorava alle Poste, lascia la moglie e una figlia piccola. I funerali si terranno domani alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Ponziano di Roma (zona Talenti). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero