Covid, hub quasi deserto a Teramo: gli over50 che si vaccinano sono pochissimi

Covid, hub quasi deserto a Teramo: gli over50 che si vaccinano sono pochissimi. Nella foto Dimitrios Kaliakoudas
All'hub vaccinale di Parco della Scienza di Teramo il clima è di post pandemia. Quasi vuoto, con donne e uomini della protezione civile che hanno poco da fare, e...

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All'hub vaccinale di Parco della Scienza di Teramo il clima è di post pandemia. Quasi vuoto, con donne e uomini della protezione civile che hanno poco da fare, e con sole due persone al bureau a trascrivere i dati sul modello. Le vaccinazioni vanno a rilento, quelle over 50 (circa 17 mila da fare una settimana fa), anche a causa dell'alto numero di immunizzati (la città del resto è piena di esercizi commerciali chiusi per contagi), si sono ridotte a qualche centinaio fatte finora in una settimana.

Il lavoro dell'hub è stato, dalla data del suo avvio, gennaio 2021, molto intenso: «In totale sono state 116.175 le dosi inoculate - dice il responsabile della struttura, Dimitrios Kaliakoudas 10.901 di prime dosi, 16.758 di seconde dosi, 88.516 di booster (terze dosi). Attualmente si viaggia a quota 500 dosi al giorno, l'hub poi è stato di riferimento per gli altri spoke della provincia, per i farmacisti e i pediatri di base».


Molti all'hub chiedono di fare Pfizer. La dirigenza Asl ha suggerito si ascoltare la volontà del singolo, ma Kaliakoudas è più esplicito: «Tra le categorie che hanno voluto protestare rientra anche quella che ha voluto scegliere il vaccino. Io dico che entrambi sono sicuri ed efficaci. Quindi seguo le indicazioni del commissario straordinario e della Regione che dicono di non privilegiare un vaccino rispetto all'altro: dobbiamo anche tenere conto delle eventuali scorte. Si fa il vaccino che si ha, come fanno anche in Lombardia. Il rapporto tra medico e paziente è asimmetrico, noi diamo le informazioni mettendo in piedi un rapporto di fiducia e il paziente non può esigere, altrimenti che senso ha firmare il consenso?» dice Kaliakoudas, medico nato ad Atene, 48 anni fa, da genitori ex dipendenti della Telecom greca.

 

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Il Messaggero