Colpita da infarto, muore in casa a 49 anni. Impossibile aprire la porta bloccata da cataste di rifiuti

La donna soffriva disposofobia, una patologia che fa delle persone che ne vengono colpite un accumulatore patologico

Colpita da infarto, muore in casa a 49 anni. Impossibile aprire la porta bloccata da cataste di rifiuti
L’ha trovata agonizzante il compagno quando nel pomeriggio è tornato a casa a Giulianova, in provincia di Teramo. T.B.,  49 anni, era a terra ma...

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L’ha trovata agonizzante il compagno quando nel pomeriggio è tornato a casa a Giulianova, in provincia di Teramo. T.B.,  49 anni, era a terra ma l’uomo non riusciva ad aprire la porta della camera da letto dove lei si trovava, per cui, oltre a chiedere l’intervento del 118, ha chiesto anche quello dei vigili del fuoco, che sono arrivati per poter fare in modo che la donna fosse soccorsa. E alla fine sono riusciti ad aprire la porta che era bloccata dal corpo della donna ma anche dalla valanga di suppellettili, rifiuti, cose trovate per strada di cui era stracolma la sua abitazione.


Quando sono arrivati i sanitari, per la donna non c’era più niente da fare. Il primo responso dei medici, dopo l’ispezione cadaverica, è quello di un infarto fulminante che non le ha dato scampo. T.B.  soffriva disposofobia, una patologia che fa delle persone che ne vengono colpite un accumulatore patologico che raccolgono tutto quanto trovano e non si liberano di niente, anche quando le cose sono scadute o in qualche caso sono diventate immondizia tanto da rendere inutilizzabile parte della casa. E chi è entrato ieri in quell’abitazione di via delle Scale nel quartiere La Rocca, nel centro storico della città, ha avuto grandi difficoltà a camminare all’interno delle stanze dove c’era di tutto e dove non era possibile, in qualche caso, raggiungere i servizi essenziali. Il compagno con cui viveva non ha potuto entrare nella stanza e nessuno l’avrebbe potuta raggiungere senza il lavoro dei vigili del fuoco, risultati per questo determinanti. Però si è perso del tempo e intervenendo prima forse la donna qualche speranza di salvezza l’avrebbe potuta avere perché sarebbero entrati velocemente anche i sanitari. La salma è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale di Giulianova e sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno riscontrato un fetore insopportabile che emanava da quelle stanze e ai quali è sembrato fosse davvero impossibile vivere là dentro.
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Il Messaggero