Tredici denunce contro gli assistenti sociali: nonna accusata di calunnia

La testimonianza in aula: "Nelle e-mail che ho ricevuto sembrava che noi avevamo conseguito la laurea con i punti del detersivo Mira Lanza"

Tredici denunce contro gli assistenti sociali: nonna accusata di calunnia
Ha denunciato penalmente tredici volte gli assistenti sociali del Comune di Teramo che avrebbero dovuto creare le condizioni per gli incontri protetti con la sua nipotina, ma si...

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Ha denunciato penalmente tredici volte gli assistenti sociali del Comune di Teramo che avrebbero dovuto creare le condizioni per gli incontri protetti con la sua nipotina, ma si è ritrovata lei stessa a processo per calunnia dopo l’opposizione a una richiesta di archiviazione e l’invio degli atti alla procura disposto dal gip. Una vicenda iniziata dopo la separazione tra marito e moglie con l’affidamento esclusivo della bambina, che oggi è un’adolescente, alla mamma. È a quel punto che sono entrati in campo i servizi sociali che avrebbero dovuto iniziare anche con i nonni paterni un periodo di incontri protetti per poi superare quella fase.


«Il problema – ha spiegato l’allora responsabile amministrativa dei servizi sociali del Comune chiamata, ieri, come teste – è che i nonni non hanno mai riconosciuto la valenza dei servizi sociali. Il loro atteggiamento è sempre stato abbastanza supponente. Nelle e-mail che ho ricevuto sembrava che noi avevamo conseguito la laurea con i punti del detersivo Mira Lanza». Sono due le assistenti sociali che si sono costituite parte civile (rappresentate dall’avvocato Gennaro Lettieri), entrambe all’epoca denunciate dalla nonna paterna della ragazzina per falso ideologico, e poi tutto finito con un’archiviazione, poiché secondo la donna avevano redatto verbali sulle riunioni che riguardavano la nipotina attestando situazioni non corrispondenti alla realtà dei fatti. Una presunta calunnia di cui ora ne sta rispondendo a processo. «Gli incontri erano sempre protetti in uno spazio neutro che loro non hanno mai accettato», ha proseguito l’ex direttrice amministrativa del servizio. Un appartamento dove sono arrivati controlli da parte della Asl, della Protezione civile e degli stessi amministratori comunali «per verificare lo stato dei luoghi e della sicurezza». Ma dove è sempre risultato tutto in regola. In aula, sempre ieri, è stato sentito anche un assistente sociali, pure lui all’epoca denunciato. «Tutti abbiamo avuto problemi con i nonni della bambina per la loro scarsa fiducia nei servizi sociali», ha raccontato. In un’occasione il nonno sarebbe stato sorpreso con un registratore addosso senza averne avuto il consenso. Chi non ha mai posto ostacoli è stata la mamma della bimba, nonostante la situazione. «Io ho subito questo rapporto non buono con la nipote – ha tenuto a chiarire subito - Ad oggi loro potrebbero vedere la nipote in modalità protetta ogni quindici giorni, ma gli incontri non ci sono».
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Il Messaggero