Tsa, seicento abbonamenti in 15 giorni «Questa città ha voglia di vivere»

Il Don Giovanni con Alessandro Preziosi
Sono oltre 600 gli abbonamenti bruciati in appena 15 giorni dall'apertura della campagna per la stagione 2014-2015 del Teatro Stabile d'Abruzzo. L'Aquila, quella dura...

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Sono oltre 600 gli abbonamenti bruciati in appena 15 giorni dall'apertura della campagna per la stagione 2014-2015 del Teatro Stabile d'Abruzzo. L'Aquila, quella dura a morire, non ci sta a rinchiudersi nei centri commerciali, diventati le nuove piazze dopo il sisma del 6 aprile 2009, e si ritrova in platea. Su il sipario su una città affamata di vita e di rinascita che non vuole mancare anche quest'anno all'appuntamento con la cultura e con la propria identità da ricostruire pezzo dopo pezzo. Nove gli spettacoli in programma per la stagione che si alterneranno tra il Ridotto del Teatro Comunale, l'Auditorium della scuola della Guardia di Finanza e il Parco delle Arti, a Monticchio, che da quest'anno sarà direttamente gestito dallo stesso Tsa. La comunità, priva punti di riferimento stabili e ancora orfana del suo centro storico, cerca nuovi spazi di socialità e confronto e così il teatro diventa la nuova agorà, la piazza dove iniziare a reinventarsi e ricostruirsi. «Prima del terremoto gli spettacoli cominciavano sempre in ritardo perché mai nessuno era puntuale - affermano dal Tsa - Dopo il 6 aprile, invece, gli aquilani arrivano prima e vanno via molto dopo la fine degli spettacoli: un segnale chiaro che ci fa capire come il teatro stia diventando uno dei luoghi di incontro preferiti dai cittadini». Da martedì 18 novembre saranno messi in vendita anche i singoli biglietti per tutti gli spettacoli ed è già boom di richieste.


QUOTIDIANITÀ E CATARSI


A teatro per liberarsi da una quotidianità ancora troppo ingombrante che spesso isola e aliena dentro le mura delle New Town dei progetti Case e Map. «Il target degli abbonamenti venduti abbraccia tutte le età e le classi sociali: - fanno sapere dal Tsa - dai giovanissimi agli anziani, dai professionisti agli operai, passando per studenti e casalinghe». Neppure la crisi economica sembra fermare il desiderio di una normalità che gli aquilani ogni giorno cercano di strappare alla polvere di quella notte di aprile. «Nonostante la crisi e le difficoltà la gente decide di spendere per il teatro e per la cultura e questo è un segnale molto positivo - dice Rinaldo Tordera, presidente de L'Uovo Teatro stabile di innovazione - Il teatro è un luogo di accoglienza straordinario e la risposta degli aquilani racconta la voglia di aggregazione e il desiderio di ritrovarsi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero