Super ospedale solo a Pescara, esplode la polemica in Regione

Super ospedale solo a Pescara, esplode la polemica in Regione
Il fronte pescarese, già molto compatto nell’ambito sanitario locale, torna alla carica sull’ospedale di secondo livello, il Dea previsto dal decreto Lorenzin....

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Il fronte pescarese, già molto compatto nell’ambito sanitario locale, torna alla carica sull’ospedale di secondo livello, il Dea previsto dal decreto Lorenzin. A rinfocolare la questione è stato il capo regionale della task force coronavirus, Alberto Albani, che peraltro è il direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Asl pescarese. La sua audizione, ieri in Commissione regionale Sanità, ha riacceso la polemica: «L'unico ospedale che può ambire a divenire Dea di secondo livello è il Santo Spirito di Pescara».


Il primo a commentare il fatto è stato il consigliere del centrosinistra, Sandro Mariani: «Albani ha pronunciato un concetto che mi ha fatto saltare dalla sedia, sostenendo che l’unico ospedale di secondo livello possibile è Pescara. Ho ribadito ciò che ho sempre detto e per cui ho sempre combattuto per anni: metterò tutte le mie forze e le mie energie affinché ciò non accada. Non possiamo consentire un super ospedale a Pescara mentre viene dimenticato il resto dell’Abruzzo. Chiedo ai consigliere di maggioranza spiegazioni su ciò che ha detto Albani in Commissione; chiedo che riferisca l’assessore alla Sanità Nicoletta Verì. Se c’è qualcosa che bolle in pentola abbiamo il diritto di saperlo».


Mariani adombra l’ipotesi che questo tipo di ragionamento possa essere supportato dalla costruzione del Covid-Hospital: «In maniera silenziosa hanno realizzato un ospedale a Pescara che prevede 200 posti letto in più, per questo per me è fino a prova contraria, facendolo passare come ospedale per le emergenze. E tutti zitti: compresi i consiglieri teramani e aquilani». «Tra l’altro – ha concluso Mariani - c’è stata una descrizione di un’emergenza, quella Covid, gestita bene. Le cose non sono andate così: i contagi degli ospedali, l’inefficienza della maggioranza, la disorganizzazione dei tamponi». Critico anche il consigliere Giorgio Fedele (M5S), in particolare sulla gestione dell'emergenza in Marsica su cui sono stati auditi il manager della Asl 1 Roberto Testa e il direttore sanitario Simonetta Santini. «Nessuno è stato in grado di fornirmi una data per il ripristino dei servizi dell’ospedale di Avezzano, nessuno è stato in grado di dare giustificazioni sulle scelte sbagliate e su quelli che ho evidenziato come clamorosi ritardi che hanno congestionato l’offerta sanitaria della Marsica e hanno costretto il personale a lavorare in totale assenza di strumenti e indicazioni chiare per la sicurezza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero