Botte dall'amante-padrone, non voleva che si iscrivesse ai social network

Botte dall'amante-padrone, non voleva che si iscrivesse ai social network
Per due anni l’aveva tenuta sotto scacco, minacciandola di rivelare alla sua famiglia la loro relazione, le foto intime e i segreti che avrebbero portato il padre a...

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Per due anni l’aveva tenuta sotto scacco, minacciandola di rivelare alla sua famiglia la loro relazione, le foto intime e i segreti che avrebbero portato il padre a cacciarla di casa. Anche se poi, lui, quarantaquattro anni di Roccacasale, aveva nei suoi riguardi un atteggiamento da amante padrone ben più rigido: le impediva di uscire con amici e amiche, di iscriversi ai social network, costringendola a indossare abiti larghi e lunghi che non facessero trapelare le sue forme.


Un incubo durato due anni quello di una ventiduenne di origine straniera che, secondo la sua denuncia, sarebbe stata costretta anche ad abortire due volte dal suo uomo. Una serie di vessazioni e violenze sfociate a Ferragosto scorso in una feroce aggressione, durante la quale l’uomo avrebbe picchiato brutalmente la ragazza, sbattendole il viso sul cruscotto dell’auto e procurandole un trauma cranio facciale con ventuno giorni di prognosi. Per questo l’altro giorno il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Giuseppe Ferruccio, ha disposto nei confronti del quarantaquattrenne il divieto di avvicinamento a meno di cento metri dalla ragazza, vietandogli di recarsi nei luoghi da lei frequentati e di cercare di comunicare con la stessa con qualsiasi mezzo. La procura della Repubblica, in realtà, aveva chiesto una misura più restrittiva, quale l’arresto, sentiti i racconti e le testimonianze di un relazione malata, nutrita dalla malattia della gelosia e del possesso che aveva caratterizzato il rapporto tra i due, da cui la ragazza, di ventidue anni più giovane, aveva inutilmente tentato di liberarsi.


Il 15 agosto scorso, però, l’epilogo con le botte e i traumi che la ragazza aveva denunciato il giorno stesso al commissariato di polizia di Sulmona. L’uomo , dal canto suo, si era recato il giorno successivo in procura sporgendo anche lui denuncia e chiedendo il divieto di avvicinamento nei confronti della ragazza, perché a suo dire era stato lui ad essere stato aggredito e malmenato dalla ragazza durante il viaggio di ritorno del Ferragosto. Il quarantaquattrenne è ora accusato di stalking, ovvero di atti persecutori e lesioni personali aggravate e continuate. Una brutta storia che si spera sia stata arginata da potenziali epiloghi drammatici con il provvedimento adottato dal giudice del tribunale di Sulmona.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero