Ex sacerdote e intellettuale comunista: morto Mario Setta

Ex sacerdote e intellettuale comunista: morto Mario Setta
Ribelle, dissidente, comunista, certo un uomo e un prete, anzi ex prete, controcorrente. Mario Setta è morto ieri all’ospedale di Sulmona all’età di 85...

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Ribelle, dissidente, comunista, certo un uomo e un prete, anzi ex prete, controcorrente. Mario Setta è morto ieri all’ospedale di Sulmona all’età di 85 anni per le conseguenze di un intervento chirurgico resosi necessario per una malattia che lo aveva colpito. Se n’è andato in silenzio e con coerenza, rifiutando la celebrazione del funerale (la salma sarà traslata oggi al cimitero di Sulmona), in linea con le sue convinzioni filosofiche, prima che religiose.

Professore al liceo scientifico, scrittore, ricercatore, uomo di cultura e anima del “Sentiero della libertà”, Setta è stato di quelli che hanno reso un grande contributo alla storia e alla memoria collettiva. Quella partigiana, in particolare, con il suo attivismo in campo editoriale e la traduzione e pubblicazione di diari e racconti della fuga dei prigionieri dal Campo 78 durante la seconda guerra mondiale, quella “Resistenza umanitaria” su cui aveva costruito il “Freedom Trail” che tornerà, dopo due anni di pausa, proprio il prossimo 3 aprile con la prima tappa Sulmona-Campo di Giove.

Prima del suo impegno in campo storico-culturale, Setta era stato protagonista di una eclatante stagione di ribellione in seno alla Chiesa (insieme ad altri due sacerdoti, Pasquale Iannamorelli e Raffaele Garofalo): l’appoggio ai referendum su aborto e divorzio o le sue critiche pubbliche per i tariffari applicati alle celebrazioni dei sacramenti che gli costarono la sospensione dal servizio sacerdotale, divenuto poi “a divinis” nel 1982 quando si candidò nella lista del Pci alle amministrative di Sulmona. Era stato, al tempo, negli anni Settanta, interprete di un diverso cristianesimo: vicino alla gente, agli operai, alla società che cambiava e che vedeva nascere la coscienza di classe, contro una Chiesa che invece appariva ed era ingessata e ortodossa.

Lui che, trasferitosi a Sulmona nel 1970, aveva portato la parola di Dio tra le maestranze dell’industria chimica di Bussi e che alla tunica aveva preferito la tuta blu. L’ultima messa officiata il 7 aprile del 1979 alla Badia di Sulmona, dove era anche cappellano del carcere e dove fu, suo malgrado, protagonista di una delle più celebri evasioni, quella di Horst Fantazzini il 9 maggio del 1974. Ma Setta era anche un abile scrittore, con le sue pagine che indagavano l’amore, anche quello sensuale, dedicato alla sua compagna Franca che le è stata vicino nelle battaglie e nella vita. 

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Il Messaggero