E' stata tenuta in vita per tre settimane, collegata a un meccanismo di ossigenazione extracorporea a membrana (Ecmo), ma alla fine le sue condizioni cliniche sono precipitate...
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Una morte e un parto prematuro causati dalle percosse subite a Pescara dalla madre ventitreenne Blessing (un altro nome di fantasia) perché incinta. La giovane vittima della tratta di essere umani, infatti, dopo essere stata violentata in Libia era stata fatta arrivare in Italia per avviarla alla prostituzione. Qui il contatto con la madam a cui era legata da un giuramento segreto - il juju - che l’obbligava a pagare un debito di 30 mila euro. Un ennesimo viaggio della speranza, quello della giovane nigeriana, divenuto un incubo proprio nel capoluogo adriatico. E per Blessing, dopo aver seguito il decorso della figlioletta assistita dagli operatori dell’associazione On the road, non è ancora finita perché a Pescara l’organizzazione criminale - intenta a riscuotere il debito - potrebbe cercarla. Fortunatamente, il Sistema nazionale anti-tratta troverà per lei una nuova casa sicura, dove poter rielaborare il lutto e tornare a vivere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero