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Bloccata in casa dal compagno e minacciata di morte con l’uso di un grosso coltello. Un film stile “Shining” quello vissuto per tre ore da una ragazza, salvata dai carabinieri che hanno arrestato A.C.P. di 53 anni, operaio aquilano con le accuse di sequestro di persona, maltrattamenti, minacce aggravate e detenzione di armi e munizioni illegali.
Secondo l’accusa il 53enne, in preda ad una crisi di gelosia amplificata dalla probabile assunzione di sostanze alcoliche, minacciando continuamente di morte la malcapitata, brandendo un grosso coltello, l’avrebbe costretta a restare in casa non permettendole di uscire per andare all’Università. Tre ore vissute dalla giovane sotto la continua minaccia dell’uomo che la guardava a vista. Approfittando di una breve distrazione del presunto aguzzino, la parte offesa è riuscita a lanciare l’allarme a un’amica che a sua volta ha avvertito i carabinieri di Pizzoli.
Sono stati sequestrati una ventina di tra coltelli, asce, mannaie oltre ad una pistola del tipo “scacciacani” priva di tappo rosso. Al 53enne gli stessi militari avevano sequestrato nell’autunno scorso, pistole vere (regolarmente detenute) a causa di alcuni dissidi avuti con i vicini di casa. Il Procuratore capo facente funzioni, Fabio Picuti sulla scorta di quanto ricostruito dagli stessi carabinieri di Pizzoli e Montereale ha chiesto e ottenuto dal Gip, Marco Billi, l’emissione della custodia cautelare in carcere.
Ieri l’uomo (assistito dall’avvocato Roberto Tinari) nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha rigettato ogni addebito, parlando anche di alcune contraddizioni cui sarebbe caduta la parte offesa nel denunciarlo ai carabinieri. Al termine, il Gip ha stabilito per il 53enne la prosecuzione della detenzione in carcere.
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