Morte di Straccia, la famiglia: «Scambiato per un mafioso e ucciso, indagate nella criminalità organizzata»

Morte di Straccia, la famiglia: «Scambiato per un mafioso e ucciso, indagate nella criminalità organizzata»
Per la morte misteriosa dello studente Roberto Straccia a Pescara la famiglia chiede di indagare su alcuni mafiosi. Ha chiesto infatti la trasmissione del fascicolo alla Direzione...

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Per la morte misteriosa dello studente Roberto Straccia a Pescara la famiglia chiede di indagare su alcuni mafiosi. Ha chiesto infatti la trasmissione del fascicolo alla Direzione antimafia dell’Aquila, Marilena Mecchi, legale dei familiari di Roberto Straccia, il giovane universitario di Moresco scomparso il 14 dicembre del 2011 e ritrovato privo di vita, lungo il litorale barese, 24 giorni dopo. Ieri mattina, davanti al gup Elio Bongrazio, si è tenuta l’udienza per discutere l’opposizione all’ennesima richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. L’avvocato Mecchi ha insistito nell’indicare la pista dell'omicidio per scambio di persona, che sarebbe maturato nell'ambito di un regolamento di conti di stampo mafioso.


«Nei verbali – rimarca il legale della famiglia Straccia - ci sono intercettazioni telefoniche nelle quali, prima che fosse trovato il cadavere, due collaboratori di giustizia parlavano della morte di Roberto e ci sono anche nomi e cognomi di chi l’ha ucciso. Una delle persone intercettate – aggiunge l’avvocato – è stata ascoltata a luglio e ha confermato tutte le circostanze». Circostanze che però, a giudizio della Procura, non sono sostenute da ulteriori riscontri. D’altronde l’ipotesi dell’omicidio si fonda unicamente sulle dichiarazioni di persone che hanno riferito fatti appresi da altri. Fatti che peraltro presentano una scarsa aderenza al modus operandi delle organizzazioni mafiose, dal momento che, stando alle conversazioni intercettate, gli assassini avrebbero identificato il proprio obiettivo su Facebook, avrebbero studiato con attenzione i suoi spostamenti per poi colpire in pieno giorno e infine, una volta resisi conto dell’errore, non si sarebbero preoccupati di eliminare il vero bersaglio. Il gup nel frattempo si è riservato e renderà nota la sua decisione, in merito alla richiesta di archiviazione, tra una decina di giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero