Ex studente accusa il preside: «Mi ha baciato sulla bocca»

Il Tribunale di Chieti
Un tentativo di bacio sulla bocca, respinto, un bacio sulla bocca e la mano sulla coscia, in due diversi incontri. È tornato dagli Stati Uniti e ieri dinanzi al Tribunale...

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Un tentativo di bacio sulla bocca, respinto, un bacio sulla bocca e la mano sulla coscia, in due diversi incontri. È tornato dagli Stati Uniti e ieri dinanzi al Tribunale di Chieti ha raccontato, rispondendo alle domande della pm Marika Ponziani, gli episodi di cui sarebbe rimasto vittima, aggiungendo altri particolari, che hanno portato di nuovo sul banco degli imputati l’ex preside Marcello Rosato il quale, secondo l’accusa, avrebbe costretto il ragazzo a subire atti sessuali. Oggi il giovane ha 27 anni, all’epoca dei fatti ne aveva dieci di meno e frequentava l’Istituto Professionale a Ortona, dove conobbe Rosato in occasione di una supplenza del docente nella sua classe. L’approccio nasce dall’apprezzamento di Rosato per la maglietta degli Acdc che lo studente indossa quel giorno, poi i contatti su Facebook, la richiesta di Rosato di vedersi. 

Gli incontri alla fine saranno tre, il primo nel paese in cui il ragazzo viveva, scorre via sui temi della musica ma arrivano anche i complimenti di Rosato, soprattutto per l’aspetto fisico del ragazzo. Il secondo appuntamento è a San Vito: «Si era approcciato fisicamente dopo diversi complimenti, in macchina, al rientro dalla pineta - racconta il giovane - si è avvicinato e ha iniziato a baciarmi la guancia, si voleva avvicinare davanti alla bocca mettendo una mano sulla coscia. Io l’ho respinto e lui provò a fare più complimenti e a smorzare la situazione, come se è tutto a posto, non è successo nulla, sono cose normali, lasciati andare. Io sono rimasto abbastanza fermo quella volta, poi mi ha riportato a casa».

Il terzo appuntamento è inizialmente a Chieti ma i fatti si verificano di nuovo nel paese i cui il ragazzo abitava: «C’è stato il bacio e il contatto anche fisico, eravamo in macchina, al rientro dal giro a Megalò, dove siamo andati a prendere un gelato, e lui se ne uscì con un regalo, un telefono Samsung S3 nuovo all’epoca in voga - ha detto ancora: lì mi baciò in bocca e mi mise una mano sulla coscia, più verso l’interno. Io gli chiedevo di stopparsi, non mi sentivo a mio agio, il regalo poggiato sulle mie gambe, con la scusa di mettere anche le mani, e poi da lì ho proprio alzato le mani fisicamente, ho cercato di mettere la distanza. E quando ho alzato le mani non ha smesso subito, continuava sempre con adulazioni e complimenti sulla persona, sull’aspetto fisico, e l’ammissione che c’era la sua attrazione fisica». Rosato, difeso dall’avvocato Alessandro Troilo, ieri non era in aula. Prossima udienza il 19 dicembre. 

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Il Messaggero