Soffocò il figlio: dieci anni di libertà vigilata. Un anno per il falso sui documenti per l'adozione

Soffocò il figlio: dieci anni di libertà vigilata. Un anno per il falso sui documenti per l'adozione
PESCARA - Libertà vigilata per i prossimi dieci anni, con una serie di prescrizioni, tra le quali quella di presentarsi per due volte a settimana presso un centro di salute...

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PESCARA - Libertà vigilata per i prossimi dieci anni, con una serie di prescrizioni, tra le quali quella di presentarsi per due volte a settimana presso un centro di salute mentale; condanna ad un anno di reclusione, con pena sospesa, per falso in concorso, e assoluzione dall'accusa di omicidio, in quanto non punibile, perchè giudicato incapace di intendere e di volere all'epoca dei fatti. È la sentenza emessa oggi pomeriggio a Pescara dal Gup Nicola Colantonio, a carico di Massimo Maravalle, il tecnico informatico, affetto da disturbo psicotico atipico, che la notte tra il 17 e il 18 luglio del 2014 soffocò nel sonno il figlio adottivo di 5 anni, Maxim, all'interno del suo appartamento a Pescara. Era stato lo stesso pm Andrea Papalia a chiedere l'assoluzione dal reato di omicidio in quanto, sulla base delle perizie dello psichiatra Renato Ariatti, il piccolo Maxim fu soffocato dal padre che in quel momento era «in preda ad un delirio letale, paranoide e persecutorio». L'accusa di falso è in concorso con la moglie e in relazione ai colloqui sostenuti nell'ambito delle procedure per adottare il piccolo in cui, per l'accusa, l'imputato omise di riferire e fornire notizie sui suoi disturbi e sulla sua patologia psichiatrica.
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Il Messaggero