Sisma, un'altra sentenza: questa volta niente colpa delle vittime

Sisma, un'altra sentenza: questa volta niente colpa delle vittime
Ancora un pronunciamento civilistico da parte del Tribunale dell'Aquila, in relazione a un crollo a causa del sisma del 2009, in particolare a uno dei vari filoni sul crollo...

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Ancora un pronunciamento civilistico da parte del Tribunale dell'Aquila, in relazione a un crollo a causa del sisma del 2009, in particolare a uno dei vari filoni sul crollo della Casa dello Studente, sentenza in linea con gli altri già definiti e che ora pendono in Appello. In questo caso, a differenza della cosiddetta sentenza choc, non c'è alcun addebito di colpa alle vittime.

L'ultimo pronunciamento è del giudice Baldovino De Sensi che ha sostituito da tempo la collega Monica Croci (la quale, in un altro pronunciamento, aveva addebitato parte della responsabilità agli stessi studenti universitari occupanti un immobile in via Campo di Fossa). In particolare si trattava della posizione della studentessa, Luciana Pia Capuano di 21 anni di San Giovanni Rotondo, assistita dagli avvocati Arnaldo Tascione e Valentina Bozzelli.


«Io e la collega Bozzelli-ha detto l'avvocato Tascione- siamo soddisfatti anche se nulla può riparare la tragedia e quello che è accaduto per i suoi famigliari. Soddisfatti perché si è trattato di un calvario giudiziario durato 13 anni, di cui 9 anni per accertare responsabilità penale nei vari gradi di giudizio e 3 anni per accertare la responsabilità civile, che restituisce verità a quello che è accaduto. E' stata ritenuta responsabilità piena- ha aggiunto il legale- ed è stato dimostrato che i poveri ragazzi non potevano fare nulla per evitare la tragedia, con il crollo della Casa dello Studente addebitabile ai tecnici ed hai costruttori, compresa la Regione e l'Adsu. Sentenza che ha rilevato che questo fabbricato dopo tanti anni che era stato costruito dalla ditta Angelini destinata alla Casa dello Studente attraverso una ristrutturazione nella quale sono stati aggiunti dei pesi a una struttura già fragile e vulnerabile sotto il profilo della staticità e urbanistico».


E' una sentenza che conferma come le cause del crollo non sono addebitabili né al terremoto né ai ragazzi che nulla potevano fare per evitare quanto accaduto. Sentenza civile nei contenuti che fa il paio alle recenti emesse sui familiari seguiti dall'avvocato Wania Della Vigna ed emesse dallo stesso giudice Croci. La prima sentenza risale al ferragosto dell'anno 2018 per i familiari di Michelone, ragazzo israeliano, studente di medicina. Da allora si sono succedute tante altre sentenze civili di condanna con il riconoscimento della responsabilità civile- con relativo obbligo al risarcimento dei danni- in via solidale della Regione, Adsu e dei tecnici e dipendenti. «Ci sono state anche sentenze di condanna, di risarcimento danni- ha detto l'avvocato Della Vigna- a beneficio dei ragazzi sopravvissuti ai quali è stata riconosciuta la cosiddetta sindrome post traumatica da stress, - in nesso causale con la traumatica esperienza vissuta. Tutte queste sentenze per il crollo della Casa dello Studente sono approdate in Corte di Appello- su istanza delle parti soccombenti- e si attende il deposito delle sentenze nell'estate del 2023». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero