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E' stata rincorsa e pedinata nei corridoi del palazzo di giustizia e minacciata. L'aggressionesi è verificata l'altro ieri nel tribunale di Pescara. «E - spiega la vittima - non ha avuto conseguenze più gravi solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine». Ad essere presa di mira un'avvocatessa di Lanciano, sconvolta per l'accaduto.
«In un piano rialzato del tribunale - dice - si è tenuta un'udienza di sfratto, da un appartamento con più camere affittate a Pescara, in cui erano coinvolti due senegalesi». Gli extracomunitari si sono presentati dicendo di non avere i soldi per pagare l'affitto e l'avvocato, essendo i termini scaduti il 31 luglio, ha chiesto il rilascio dell'immobile occupato. Durante l'udienza già i due africani hanno indirizzato verso di lei frasi del tipo «Vedrai, vedrai...», tanto che era dovuto intervenire il giudice.
Conclusa l'udienza, mentre lei si recava verso l'uscita, è stata rincorsa e minacciata, a ripetizione, ad alta voce. Le hanno urlato contro «La pagherai...anche tuo figlio si ritroverà in mezzo alla strada». «A quel punto - riferisce la vittima, che sta preparando denuncia - sarei dovuta tornare dal giudice, ma così li avrei incrociati nel corridoio, piuttosto stretto. Visto che pochi passi più avanti sostava un gruppo di colleghi, ho chiesto aiuto a loro che hanno fatto muro nei confronti dei due, cercando di calmarli. Andato a vuoto ogni tentativo, con le grida che si erano alzate oltremodo, e senza che la sicurezza interna si sia mossa, una collega si è staccata dal gruppo scendendo al piano terra per chiedere aiuto. Finalmente sono intervenute le guardie del tribunale prima e i carabinieri poi. Mi hanno portata in un locale per farmi calmare. Non ricordo quanto tempo sono rimasta lì, confinata: ad un certo punto dopo essersi accertati che i due avevano abbandonato il tribunale, i vigilanti mi hanno scortato fino alla macchina, aspettando che partissi».
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