Approda davanti al giudice per l'udienza preliminare il festino a base di sesso e cocaina in un appartamento di Chieti Scalo che lo scorso il 4 febbraio finì a...
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La cosa abbastanza singolare di quella notte è che la trans, riuscita ad allontanarsi dall'appartamento, una volta in strada non chiese l'intervento delle forze dell'ordine né si recò in ospedale per farsi medicare. Ma salì su un autobus, diretta a casa, a Montesilvano dove risiedeva e dove sarebbe arrivata se le sue condizioni fisiche non avessero richiamato l'attenzione del conducente del mezzo: solo alla vista delle ferite scattò l'allarme e poco dopo la trans venne raggiunta da un'ambulanza che la portò in ospedale e da una pattuglia di carabinieri ai quali raccontò cosa era successo.
Il dentista si è difeso, sin dall'inizio, sostenendo che è stata la trans, con l’intenzione di avere più soldi quella notte, a minacciarlo con una bottiglia di vodka spaccata su un tavolino e che lui si era limitato a difendersi, tant'è che è rimasto a sua volta ferito. Ma la difesa del dentista, rappresentata dagli avvocati Antonello D'Aloisio e Cristiano Sicari, è pronta a giocarsi la carta secondo cui la dinamica delle ferite della trans è incompatibile con ciò che quest'ultima ha raccontato essere stata l'azione offensiva:in particolare la ferita sotto il mento appare totalmente incompatibile con fendenti che sarebbero stati sferrati dall'alto verso il basso.E su questo aspetto potrebbe essere decisiva una perizia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero