L’Aquila, se ne va un anno complicato la rinascita è ancora lontana

L’Aquila, se ne va un anno complicato la rinascita è ancora lontana
E' un San Silvestro agrodolce e per certi versi paradossale quello che si appresta a vivere la città. Va in archivio un 2017 difficile, cominciato con il ritorno della...

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E' un San Silvestro agrodolce e per certi versi paradossale quello che si appresta a vivere la città. Va in archivio un 2017 difficile, cominciato con il ritorno della grande paura del sisma e con le gravi implicazioni post 18 gennaio e che è proseguito con il cambio del governo cittadino dopo 9 anni, la riapertura di Collemaggio, lo sbarco dei cinesi di Zte e del 5G, ma anche le crisi occupazionali, ultima e altamente simbolica quella di Intecs che, nella città che ambisce a diventare della ricerca, di fatto ha invece sancito definitivamente la fine dell'epoca del polo elettronico. Grandi speranze, dunque, che fanno però i conti ancora con gravi problemi. L'Aquila resta in un limbo di incertezza evidente, rincuorata dalle disponibilità finanziarie (ultime in ordine di tempo quelle del Cipe natalizio) e dalla bellezza dei recuperi architettonici, ma afflitta ancora da mali che paiono irrisolvibili: primo fra tutti quello del difficile ripopolamento del centro storico che dovrebbe conoscere un'iniezione di fiducia nel 2018 con il rientro di 300 attività, ma ancora poche rispetto alle oltre mille pre 2009. E poi c'è in piedi la grande questione dello sviluppo, di una ripresa che zoppica (solo mille posti di lavoro riguadagnati in provincia sui 17 mila persi dal 2009), di una ricostruzione pubblica che stenta e che ancora lascia profondamente feriti alcuni simboli (vedi Palazzo Margherita o il Convitto), del settore dell'edilizia che dovrebbe trainare tutto e invece fa segnare un calo di operai e del tiraggio dei contributi, dello sport in piena crisi, del Gran Sasso che resta chiuso.

GLI SCONTRI
Su tutto, poi, domina un quadro di profonda divisione politica, endogena ed esogena. Il livello dello scontro interno è altissimo, forse come poche volte lo è stato, le scorie della lunga epoca del centrosinistra sono evidenti e ancora non smaltite, è evidente che il cambiamento ha prodotto turbolenze la cui prospettiva è ancora tutta da valutare. Un quadro frammentato su cui si sono avventati anche dall'esterno, invocando addirittura il trasferimento del capoluogo nella possibile, futura, Grande Pescara. Insomma, i nodi da sciogliere sono tantissimi e la sensazione è quella di entrare in un anno (stavolta sì) davvero decisivo. Sarà un momento di svolta: rinascita o declino, con difficili mezze misure. Per il momento la città della riconciliazione e del Perdono celestiniano continua a combattere una guerra a tutto campo.
CHE FARE
La speranza è che almeno la serata di oggi e la mattinata di domani possano dare un minimo di respiro grazie al programma messo in piedi dal Comune (in particolare dall'assessorato di Sabrina Di Cosimo): stasera dalle 23 l'esibizione di Regina, The Real Queen Experience al Parco del Castello (a seguire djset, con la conduzione di uno showman per una serata di condivisione e divertimento) e il Concerto dell'Orchestra da Camera all'auditorium, domani mattina alle 11.30. C'è l'ordinanza contro i fuochi d'artificio.

Stefano Dascoli
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Il Messaggero