«Se mi togli mio figlio sei morta». Sotto accusa marito violento

«Se mi togli mio figlio sei morta». Sotto accusa marito violento
Secondo l'accusa maltrattava la convivente sottoponendola a continue vessazioni fisiche e psicologiche e negli accessi di ira del tutto immotivati e dovuti a futili motivi, la...

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Secondo l'accusa maltrattava la convivente sottoponendola a continue vessazioni fisiche e psicologiche e negli accessi di ira del tutto immotivati e dovuti a futili motivi, la umiliava con epiteti pesantissimi, la minacciava di morte facendo uso di coltelli. E passava ripetutamente alle vie di fatto con percosse e spintoni, stringendole le mani al collo, da ultimo minacciandola con un coltello, la costringeva a non allontanarsi da casa.

Per un 47enne teatino, difeso dall'avvocato Alfredo Trama, si profila una richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di maltrattamenti in famiglia, minaccia e lesioni personali perché avrebbe stretto le mani al collo di lei colpendola con calci e pugni, spintonandola e facendola battere ripetutamente contro il muro provocandole lesioni giudicate guaribili in sette giorni. Il pubblico ministero Marika Ponziani ha depositato l'avviso di conclusione delle indagini, atto che di norma prelude alla richiesta di rinvio a giudizio e dunque alla fissazione dell'udienza preliminare.

La vicenda prende le mosse, a luglio dell'anno scorso, dalla segnalazione al 112 di una lite in famiglia e dalla richiesta di aiuto della donna. I Carabinieri del Nor arrivano sul posto e trovano l'uomo che si mostra aggressivo e minaccioso nonostante la presenza dei militari: «Te lo dico davanti a loro, toglimi mio figlio e mi faccio 30 anni, sei morta». La donna è visibilmente scossa, dice di aver avuto un'accesa discussione con il compagno e che, impaurita dall'eventuale reazione dell'uomo, pur volendo lasciare quella casa, si vedeva negata da lui la possibilità.

Racconta di avere paura delle continue discussioni con il compagno, spesso degenerate in violente liti. Ma spiega anche di non aver mai presentato una querela per episodi analoghi e racconta che quel giorno, durante la lite, il compagno le ha messo le mani al collo facendole battere la testa contro il muro. Dal canto suo, mentre è ancora in corso l'intervento dei Carabinieri, l'uomo ritrova calma e lucidità e confessa di aver abusato di alcol, di voler interrompere la relazione con la donna e che non farebbe mai un torto alla madre del suo bambino.

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Il Messaggero