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L’AQUILA Un viaggio nell’affascinante mondo dei satelliti artificiali che scrutano la terra dall’alto per studiare e prevedere i fenomeni meteorologici e quelli legati ai cambiamenti climatici.
Sabato scorso i ragazzi della sezione internazionale della scuola media dell’Istituto comprensivo Dante Alighieri dell’Aquila hanno partecipato a “Figli delle stelle”, incontro con l’aquilana Paola Colagrande, geofisico, che a Damstadt, in Germania, lavora presso Eumetsat (European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites), ente che gestisce la rete europea dei satelliti meteorologici e la distribuzione dei dati satellitari world-wide.
La Colagrande, in particolare, ha collaborato al lancio di Sentinel-6 Michael Freilich, satellite che diventerà “reference high-precision altimetry mission” nell’ambitodel programma europeo Copernicus, messo in orbita lo scorso 21 novembre, progettato per mappare la topografia della superficie marina e sull’innalzamento dei nostri oceani in risposta ai cambiamenti climatici. Dopo il lancio continua a seguire la fase di commissioning del satellite, supportando il team di operazioni al fine di validare i dati acquisiti e che presto saranno distribuiti agli utenti finali in tempo quasi reale a vantaggio delle previsioni meteorologiche e del monitoraggio del monitoraggio del livello del mare, che è uno dei principali indicatori del cambiamento climatico. Per misurare i cambiamenti climatici, è fondamentale disporre di una lunga serie temporale di dati omogenei e la missione Sentinel-6 continuerà la serie temporale per almeno altri 10 anni.
L’incontro, che si è tenuto on line, è stato introdotto dalla dirigente Antonella Conio. Per più di due ore i ragazzi sono rimasti incollati sulle sedie, affascinati dal racconto di come si organizza una missione spaziale, le difficoltà da superare per portare un satellite nello spazio e le straordinarie ricadute che le ricerche spaziali hanno nella vita di tutti i giorni.
Nel corso dell’incontro sono stati proiettati anche alcuni video, rigorosamente in lingua inglese. Una finestra aperta verso un mondo affascinante a cui gli studenti hanno partecipato facendo tantissime domande, dal percorso di studi per arrivare nelle varie agenzie spaziali a come funziona un razzo. Per lunghi tratti, l’incontro si è svolto nella sola lingua inglese.
«Ognuno di voi può aspirare a partecipare alla conquista e allo studio dello spazio- ha spiegato infatti Paola Colagrande- servono impegno e studi costanti. Ma una cosa è assolutamente necessaria, avere una grande padronanza della lingua inglese»
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