Jurassic park era all'Aquila, scoperte orme di dinosauro gigante

Jurassic park era all'Aquila, scoperte orme di dinosauro gigante
Scoperte per la prima volta in Abruzzo impronte di dinosauro databili fra i 125 e i 113 milioni di anni. La maggior parte di queste impronte fu impressa da uno o più...

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Scoperte per la prima volta in Abruzzo impronte di dinosauro databili fra i 125 e i 113 milioni di anni. La maggior parte di queste impronte fu impressa da uno o più teropodi, dinosauri bipedi prevalentemente carnivori, che, camminando, affondavano nel fango, molto probabilmente per la debole consistenza del terreno. Altre orme, invece, conservate al centro della superficie calcarea, sono state lasciate da un teropode accucciato. E per

studiare il ritrovamento gli scienziati hanno usato i droni e la stessa tecnica usata per la prima volta sul set del film Jurassik Park del 1993.

La scoperta è stata realizzata da un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e le impronte sono state studiate dai ricercatori dell'Ingv assieme a un team di icnologi dell'Università Sapienza di Roma. La scoperta «arricchisce il panorama delle impronte di dinosauro presenti nel nostro paese, fornendo
informazioni sugli animali che passeggiarono sulle spiagge italiane del Cretaceo e sui loro comportamenti» sottolineano gli scienziati. I risultati di questo ritrovamento sono stati pubblicati sulla rivista Cretaceous Research (Elsevier).

«Le tracce -spiega il ricercatore dell'Ingv Fabio Speranza- sono osservabili su una superficie calcarea, quasi verticale, situata a oltre 1.900 metri di quota sul Monte Cagno. La superficie a orme è raggiungibile - solo in assenza di neve, quindi essenzialmente nei mesi estivi e autunnali - dopo una escursione di circa due ore, partendo dal paese di Rocca di Cambio in Provincia de L'Aquila. Tra queste è stata rinvenuta anche una traccia di ben 135 cm di lunghezza che costituisce la testimonianza del più grande dinosauro bipede che
sia mai stato documentato in Italia fino a oggi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero