Scomparso e trovato morto nel fiume: un anno dopo la vicenda è ancora un giallo

Scomparso e trovato morto nel fiume: un anno dopo la vicenda è ancora un giallo
Interrogativi e misteri si addensano ancora intorno alla morte di Palmerino Piccirilli ad un anno dal ritrovamento del cadavere, recuperato sulla sponda del fiume Fino, in...

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Interrogativi e misteri si addensano ancora intorno alla morte di Palmerino Piccirilli ad un anno dal ritrovamento del cadavere, recuperato sulla sponda del fiume Fino, in località Caparrone a Collecorvino (Pescara) il 6 gennaio 2020. Un epilogo drammatico per le ricerche dell’83enne di Bisenti, allontanatosi dalla sua abitazione la mattina del 21 ottobre 2019 per recarsi all’ospedale di Atri. Dopo essersi sottoposto ad una visita ortopedica, il pensionato era salito su un autobus diretto a Castiglione Messer Raimondo dove era avvistato nel primo pomeriggio prima di svanire nel nulla.

Dopo la denuncia di scomparsa sporta dai familiari ed il macabro rinvenimento di tre mesi dopo, due inchieste sono state aperte della Procura della Repubblica di Teramo e Pescara ma ad oggi le cause del decesso restano oscure, mentre i resti dell’ex impiegato del Catasto giacciono in un frigorifero dell’obitorio del Santo Spirito. L’unica certezza l’ha data finora l’esame del DNA che ha attribuito un’identità a quel corpo in avanzato stato di decomposizione su cui animali selvatici hanno infierito impietosamente. Rino, come lo chiamavano in paese, non aveva indumenti addosso, un aspetto evidenziato dall’associazione Penelope Abruzzo che affianca la famiglia Piccirilli nella ricerca della verità: «Non è spiegabile che su quei poveri resti non ci fosse un brandello di tessuto- osserva la presidente Alessia Natali- spariti anche gli oggetti metallici come la fibbia della cintura, il moschettone su cui erano attaccate le chiavi di casa. Indagini svolte da SOS Metal Detector Nazionale e tecnici ambientali della Nuovo Saline Onlus,hanno inoltre escluso la presenza di effetti personali sul luogo del ritrovamento. Valutando la la morfologia fluviale e l’assenza di piene nell’intervallo di tempo analizzato, è stata scartata anche la possibilità di un trascinamento del corpo causato dalla corrente».Per l’avvocato Carlo Corradi, che ha seguito il filone pescarese dell’inchiesta»,

«Non sono emersi elementi tali da presumere una morte violenta, la Procura di Pescara ha concluso le indagini da tempo archiviando il caso con il rilascio del nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia». Resta invece aperto il fascicolo della Procura teramana dove il consulente dei parenti più stretti dello scomparso è l’avvocato Domenico Di Sabatino: «Sono evidenti prospettive diverse dalla morte accidentale- afferma il legale- indagini sono state svolte in questo senso ma non si è ancora arrivati ad una soluzione. Insieme agli eredi del defunto, a suo tempo ho fornito agli inquirenti alcuni elementi su cui investigare, indizi legati in particolare alle frequentazioni dell’anziano. Nei prossimi giorni verificherò a che punto è l’inchiesta e, se necessario, chiederemo ulteriori approfondimenti prima che il caso possa essere archiviato». 

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Il Messaggero