Sanremo, musicista abruzzese: «La canzone dei Ricchi e Poveri assomiglia alla mia»

Sanremo, musicista abruzzese: «La canzone dei Ricchi e Poveri assomiglia alla mia»
Di fantasia non ne hanno avuta molta nella serata delle cover di venerdì sera, cantando di fatto una loro canzone. Ma è su quella nuova, portata in concorso al 74.mo...

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Di fantasia non ne hanno avuta molta nella serata delle cover di venerdì sera, cantando di fatto una loro canzone. Ma è su quella nuova, portata in concorso al 74.mo festival di Sanremo, che i Ricchi e Poveri hanno instillato più di un dubbio di originalità nel pubblico. Certamente in quello peligno (e non solo) che conosce il cantautore di Bugnara Beppe Frattaroli.

Musicista apprezzato e anche con un discreto successo discografico che, ieri, però, la chitarra l’ha imbracciata davanti a un telefono nel suo profilo Facebook per denunciare, se non un plagio, almeno «una curiosa coincidenza»: il ritornello del brano dei Ricchi e Poveri “Ma non tutta la vita” in gara a Sanremo è simile, pressoché uguale a dire il vero, alla canzone “Nelle mani di qualcuno” da lui scritta più di quindici anni fa e cantata anche da Clotilde Buondonno al Premio Mia Martini nel 2009.

«Non dico che abbiano copiato il mio brano, questo non lo so, non lo posso sapere, immagino e mi auguro di no- commenta Frattaroli- non possiamo dirlo con certezza, come con certezza non possiamo affermare il contrario. Quello che più mi preoccupa- aggiunge ironicamente aggiungendo una smorfia a commento-è che io abbia avuto un’intuizione che poi hanno avuto anche i Ricchi e Poveri».

Il musicista mette a confronto i due brani, sollecitato dalle tante persone che nelle scorse sere lo hanno chiamato avvertendolo dell’incredibile somiglianza dei due pezzi e fa notare come la parte più incisiva della canzone in gara a Sanremo sia identica o quasi alla sua, seppur suonata in quattro anziché in disparo, come si dice in gergo, per sei battute. Un numero casuale, chissà, ma sufficiente, dice l’autore, ad evitare l’ipotesi di plagio che si basa sulla similitudine di almeno otto battute consecutive in un brano.

«Curioso, davvero curioso- dice Frattaroli- che il momento più incisivo del brano, che è identico al mio, loro lo facciano durare sei battute per poi cambiare». Per alcuni è solo una coincidenza, per altri forse un’ispirazione: fatto è che, oggettivamente, l’ascolto dei due brani in sequenza lascia sbalorditi per la somiglianza. Al di là come finisca il festival e quale sia stato il piazzamento dei Ricchi e Poveri, di certo Frattaroli potrà inserire il suo vecchio brano in scaletta e, magicamente, scoprirne la sua attualità, nonostante sia stato scritto e prodotto più di quindici anni fa.

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Il Messaggero