Parla il compagno della mamma che ha ucciso la piccole figlie: «Temeva gliele avrei portate via»

Parla il compagno della mamma che ha ucciso la piccole figlie: «Temeva gliele avrei portate via»
MARTINSICURO - Parla Carl Weaver, il compagno di Samira Lupidi. E' proseguito ieri mattina il processo a carico della mamma 24enne di Martinsicuro accusata di aver ucciso...

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MARTINSICURO - Parla Carl Weaver, il compagno di Samira Lupidi. E' proseguito ieri mattina il processo a carico della mamma 24enne di Martinsicuro accusata di aver ucciso le sue due figlie, Evelyn e Jasmine, in una casa-famiglia di Bradford, in Inghilterra. La giovane non era presente durante l'udienza in cui sono stati ascoltati, tra gli altri, anche la prima sanitaria che ha soccorso le due bambine di uno e tre anni, il medico legale e lo psichiatra che ha visitato Samira per valutarne la capacità di intendere e di volere.


"Samira era una mamma eccezionale - ha detto il 31enne di Los Angeles, padre delle bambine - Ha sempre amato e vissuto per le nostre figlie. Io e lei avevamo una relazione instabile, ma non l'ho mai picchiata. Ho rotto un pianto e tirato uova, niente più. Samira - ha proseguito - era estremamente gelosa e paranoica, forse era spaventata che, se avessimo rotto, le avrei portato via le figlie". Poi ha raccontato gli attimi successi all'omicidio delle due figlie: "Mi ha telefonato, piangeva, era terrorizzata. Diceva di aver ucciso le bambine, di andare a vedere cosa l'avessi costretta a fare". La psichiatra Josanne Holloway ha riferito alla corte di Bradford che la 24enne soffrisse di depressione quando, nel novembre scorso, ha preso un coltello lungo 25 cm e ucciso le due figlie con nove coltellate a testa nel petto. La dottoressa ha spiegato di ritenere la giovane in possesso comunque delle sue facoltà mentali. Samira, secondo la relazione psichiatrica, ha parzialmente rimosso le fasi del duplice omicidio, soprattutto il momento in cui ha inferto le coltellate alle figlie. Ricorda solo di aver tentato inizialmente di soffocarle.


"Dapprima ha provato a strangolare Evelyn - ha riferito la dottoressa - mentre ricorda di aver provato a soffocare Jasmine con un cuscino. Il tutto fino a che le figlie non hanno smesso di agitarsi". "Mentre uccidevo Evelyn, Jasmine piangeva e urlava - ha raccontato alla psichiatra la mamma 24enne, come dalla dottoressa riferito in aula - Non ho mai sentito Jasmine piangere in quel modo". "L'ho vista magra, al limite della depressione", ha raccontato invece l'anatomopatologo, il dottor Cobb, riferendosi a Samira. "Mi ha detto di essere una mamma amorevole - ha proseguito - O che almeno lo era. Ha avuto anche propositi autolesionistici dopo averle uccise". Nell'udienza di due giorni fa, il procuratore ha ripercorso i racconti di Samira e le presunte violenze fisiche e psicologiche che avrebbe subito dal compagno. Il procuratore ha anche ribadito come Samira abbia negato l'omicidio volontario, ma ammesso quello commesso sulla base di una parziale incapacità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero