Non c'è pace per i morti del cimitero di S. Anna, a Chieti, e neppure per vivi, costretti a fare i conti con la burocrazia, Ma non c' pace neppure per le casse...
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Ma, e qui entra in gioco la burocrazia ,i suoi figli dimostrano al competente ufficio Servizi Cimiteriali che i diritti di tumulazione sono stati regolarmente corrisposti . Mentre l'ufficio in questione non aveva traccia, in base ai documenti in archivio, dell'avvenuto versamento. Tutto risolto? In sostanza sì, perché i resti vengono recuperati dal campo comune e ritumulati nel loculo di provenienza ma, opportunamente, per stabilire con certezza che le spoglie siano davvero quelle del "caro estinto",e non di altri, si deve procedere con un accertamento medico legale che dia ampie garanzie sulla identità delle spoglie: bisogna insomma procedere con il prelievo del tessuto dai resti e con l'esame del Dna. L'incarico è stato affidato dal Comune rispettivamente al Servizio di Medicina legale dell'Asl e al Dipartimento di Genetica Medica dell''università d'Annunzio: spesa complessiva, doverosamente a carico delle casse comunali, 1.226 euro.
L'esame del Dna metterà la parola fine alla vicenda ed eviterà al Comune che il contenzioso che si è aperto vada avanti con ulteriore aggravio di spese. Oltre alle spese, resta tuttavia aperto un problema di ordine generale sulla gestione burocratica al cimitero di S. Anna, un problema non nuovo perché sorte analoga, nel recente passato, hanno subìto le spoglie di un'anziana deceduta 30 anni fa. La cui tomba era stata regolarmente acquistata e pagata ma il Comune (stranamente) non lo sapeva e, dall'oggi al domani, la bara era stata rimossa all'insaputa di congiunti. Anche in quel caso c'è voluta la tenacia dei familiari ce prima hanno inoltrato una diffida, quindi hanno paventato un esposto alla Procura poiché la salma sembrava sparita nel nulla. Alla fine la salma è tornata nella tomba originaria e il Comune risarcirà i familiari con un nuovo loculo o il controvalore in denaro. Un altro esborso che si poteva evitare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero