L'agricoltura innovativa abruzzese ha la forma e la sostanza del sale spray all’essenza di rosmarino, delle piantagioni di luppolo per una birra rigorosamente abruzzese,...
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Si tratta di Emanuele Grima, titolare di Geoesence di Tollo, vincitore della categoria Impresa terra 2, che produce essenze ed estratti idro e liposolubili provenienti da coltivazioni agricole aziendali, di Rinaldo D’Alessio, titolare de La Mascionara di Campotosto, esempio di come si possa coniugare la qualità all’alimentazione più esigente quale quella dei bambini e dei soggetti intolleranti. E ancora: di Marco Pagliara, di Atri, titolare della società agricola Map, vincitore della categoria Fare Rete in collaborazione con BeeInspired di Alessia Limone: una ditta trasforma il luppolo in birra e una seconda produce luppolo in 20 varietà diverse. Annalisa Mastrogiuseppe, titolare dell’azienda le Favole di Gaia di Pratola Peligna, vincitrice della categoria We Green, ha un'azienda bioagrituristica specializzata nella adozione di Bioorti: i clienti scelgono il proprio solco e, insieme all’azienda, lo coltivano e lo fanno coltivare per raccogliere da maggio ad ottobre i prodotti a chilometro zero. E poi c'è Leonardo Rocchetti, di Civitella del Tronto, che aiuta il padre nel vivaio hi-tech specializzato nella produzione di rose recise, con stazione meteo e stanze a temperatura programmata. Tra i prodotti di punta, ogni genere di rosa made in Italy con particolare attenzione alle rose nere, verdi e blu. Il futuro dell'agricoltura abruzzese è già iniziato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero