Juan Carrito, l'orso di Roccaraso, finalmente in letargo

L’orso Juan Carrito finalmente in letargo. Ma si tratterebbe di una situazione temporanea. Tutto dipenderà dal clima. Intanto il Parco, ha invitato il comune di...

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L’orso Juan Carrito finalmente in letargo. Ma si tratterebbe di una situazione temporanea. Tutto dipenderà dal clima. Intanto il Parco, ha invitato il comune di Roccaraso e la società titolare della gestione dei rifiuti, a valutare l’adozione di misure e interventi utili a mitigare le criticità rilevate. Da fine dicembre, l'orso marsicano più  famoso d'Italia  avrebbe iniziato a muoversi in montagna, per poi fermarsi, una volta raggiunta una valletta riparata e remota, rispetto ai centri abitati e lì sarebbe andato in letargo.

 

A informare è l’ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. «In forza del suo comportamento particolare e delle temperature miti di quel periodo - afferma il Parco - abbiamo usato cautela nel comunicare questo suo cambiamento di comportamento. Dopo settimane di osservazione dei dati provenienti dal radiocollare, possiamo affermare che Juan Carrito sembra essersi fermato per andare in ibernazione». Il timore di tutti, come spiega l’ente, era che l'animale protetto non andasse in letargo, avendo grande disponibilità di cibo facile, all’interno del centro abitato di Roccaraso, dove si era stabilito instaurando una grande confidenza con la popolazione, costringendo i guardiaparco  a una situazione gestionale molto difficile. Tuttavia necessaria, per assicurare il benessere dell'orso e la pubblica incolumità. «L'ibernazione di JC - continua il Pnalm - consente di aprire uno spiraglio temporale utile a chi di dovere, per agire mettendo in sicurezza le criticità che attraggono l'orso all'interno dei paesi. Se il meteo continuerà a mantenersi stabile e le temperature non così basse, non sarebbe così strano che JC possa decidere di fare qualche passeggiata delle sue, tornando sui luoghi a lui più conosciuti. Cosa che d'altronde accade spesso, anche con orsi non confidenti e non condizionati. Nel frattempo il nostro dovere come cittadini, come collettività e come sistema è quello di rendere l'Appennino un luogo sempre più a misura d'orso, adottando tutte quelle misure, atte a evitare che gli orsi diventino condizionati dal cibo antropico».

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Il Messaggero