Pescara, rivela i dati bancari: le svuotano il conto

Pescara, rivela i dati bancari: le svuotano il conto
Il percorso truffaldino è sempre lo stesso: sul telefono cellulare arriva un messaggio della banca, perfetta riproduzione di un originale, che segnala anomalie sul conto...

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Il percorso truffaldino è sempre lo stesso: sul telefono cellulare arriva un messaggio della banca, perfetta riproduzione di un originale, che segnala anomalie sul conto corrente. Sull'sms c'è un link che reindirizza ad una pagina web, anche questa una perfetta riproduzione di quella dell'istituto di credito: ed è lì che si viene invitati a digitare i dati del conto corrente o della carta di credito.

Ed è esattamente quello che ha fatto una signora di Pescara. Che, a qualche minuto di distanza dall'inserimento dei dati veniva anche contattata telefonicamente da una persona che, presentandosi come un operatore della banca, si faceva comunicare il codice Otp arrivato sul cellulare. Operazione conclusa e saluti. Solo in quel momento la donna decide di fare un controllo: e si ritrova con ottomila euro in meno sul conto corrente a causa di un bonifico appena partito. Impossibile annullare l'operazione, così la signora si rivolge alla polizia postale di Pescara. Gli operatori della sezione financial cybercrime, coordinati da Elisabetta Narciso, bloccano il conto del beneficiario del bonifico e, impedendo l'accesso della somma prelevata in maniera fraudolenta, la restituiscono alla proprietaria. Le tracce del denaro portano a un cinquantenne napoletano su cui ora si stanno stringendo le indagini, coordinate dalla procura dell'Aquila, già noto alle forze dell'ordine per analoghe vicende.

«Questo genere di raggiri è in continuo aumento - sottolinea la polizia postale -. I truffatori richiedono alla vittima di leggere a voce alta il codice di conferma che arriva nel messaggio sul telefono: si tratta del codice autorizzativo di una transazione che in quel momento i truffatori stanno tentando di effettuare via web ai danni del titolare del conto o della carta di credito. La vittima fornisce il dato nella convinzione di mettere in sicurezza il denaro e solo successivamente, magari alla ricezione dell'estratto conto, si accorge delle spese in uscita non autorizzate, pari anche a diverse migliaia di euro, per l'acquisto di beni e servizi mai richiesti su piattaforme online». Il richiamo, da parte delle polizia postale è sempre lo stesso: «Non rivelare mai a nessuno, via telefono come via social o via email, i dati più sensibili, le password dispositive, i pin o i codici di accesso. È opportuno diffidare sempre di fronte a soggetti che richiedono tali dati presentandosi come operatori di istituzioni pubbliche, importanti aziende o istituti bancari».
 

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Il Messaggero