Coronavirus, il rettile sta male: rischia la multa per portarlo in clinica a Roma

Un drago barbuto
Se ne sono viste e sentite di tutti i colori, nel lungo periodo di lockdown imposto dall’emergenza coronavirus, in occasione dei controlli in materia di spostamenti. La...

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Se ne sono viste e sentite di tutti i colori, nel lungo periodo di lockdown imposto dall’emergenza coronavirus, in occasione dei controlli in materia di spostamenti. La proverbiale creatività degli italiani si è tradotta in scene grottesche e giustificazioni al limite del paradossale che in molti casi hanno finito per spiazzare le forze dell’ordine. Anche gli agenti della polizia stradale abruzzese, in prima linea nei controlli stradali, si sono imbattuti in un paio di situazioni molto particolari, che in entrambi i casi hanno avuto luogo in provincia dell’Aquila.


Un automobilista diretto a Roma è stato sorpreso in Abruzzo, mentre era in viaggio con un drago barbuto, ovvero un rarissimo rettile di origine australiana regolarmente denunciato. Alla richiesta di spiegazioni da parte degli agenti l’uomo ha esibito regolare documentazione che attestava come l’animale fosse affetto da una grave malattia, che soltanto una clinica veterinaria della capitale, specializzata in animali esotici, sarebbe stata in grado di curare. Inevitabile il via libera, da parte dei poliziotti, che hanno potuto godere del singolare incontro con il rettile dalla testa striata.

Disco rosso invece per un altro cittadino che, al telefono con un operatore, ha provato a chiedere istruzioni, sostenendo di doversi recare urgentemente a Roma per il funerale della madre. Sfinito dall’interminabile colloquio telefonico, che non sembrava approdare ad alcun risultato, ad un certo punto l’operatore ha chiesto a bruciapelo, al suo interlocutore, quando e in quali circostanze fosse morta la madre. L’uomo, istintivamente, ha risposto: “Ma mia madre è ancora viva”. Permesso ovviamente negato, con annessa ramanzina. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero