Rigopiano, ancora rischio valanghe: stop alla statua della Madonna per ricordare le vittime

Rigopiano, ancora rischio valanghe: stop alla statua della Madonna per ricordare le vittime
E' un caso o poco ci manca il progetto per concretizzare “Il giardino della memoria” di Rigopiano che rallenta e non solo per l'emergenza sanitaria del...

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E' un caso o poco ci manca il progetto per concretizzare “Il giardino della memoria” di Rigopiano che rallenta e non solo per l'emergenza sanitaria del Covid-19. Quello infatti pensato dai parenti delle vittime e dalla cittadinanza di Farindola come uno spazio di ricordo e preghiera poco distante dal totem dell'hotel Rigopiano, cancellato da una valanga che il 18 gennaio 2017 ha ucciso ben ventinove persone intrappolate a vario titolo nel resort, viaggia molto lentamente all'interno di un percorso reso accidentato dalla burocrazia. Già, perché Regione e Soprintendenza dei beni archeologici intendono vederci chiaro sull'esecutività della proposta che deve disporre di tutte le autorizzazioni, fin qui rilasciate solo dalla procura della Repubblica e dal tribunale di Pescara.


L'iniziativa, dal punto di vista amministrativo, è portata avanti dal sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, uno degli imputati della strage in un processo che stenta a partire. Il cuore del progetto, aveva spiegato l'architetto Roberto Chimisso, è una statua della Madonna donata dagli scalpellini sardi di Orosei, un elemento con inciso i 29 nomi delle vittime e 29 cubi, anch’essi a simboleggiare le ventinove persone che hanno perso la vita nella tragedia di Rigopiano. Un'opera ad altezza naturale, rivolta verso il luogo della tragedia: uno sguardo di misericordia per chi ha perso la vita all'improvviso.


Per finanziare “Il giardino della memoria”, ci sono stati diversi eventi fra i quali quello dell'anno scorso al teatro D'Annunzio di Pescara: “Per un pugno di risate”, uno spettacolo firmato da Pino Insegno e Federico Perrotta. Ma quanto ai permessi finora porte chiuse a Lacchetta. Da Chieti, la direzione della Soprintendenza alle belle arti e al paesaggio intende rilasciare un parere solo se ci sono le determinazioni degli uffici regionali competenti in relazione al rischio valanghe. E dal capoluogo regionale, a febbraio il dipartimento territorio ed ambiente con il suo servizio prevenzione rischi di Protezione civile ha fatto sapere al sindaco Lacchetta che l'opera, così dove si pensa di collocarla, non va bene. Sabatino Belmaggio, il dirigente regionale, chiede che venga rivista l'attuale proposta progettuale individuata in “un'area esterna al canalone valanghivo”. Ed ancora:”L'area oggetto dell'intervento è a quota 1.100 metri e presenta nuove situazioni di vulnerabilità dovute soprattutto alla mancanza di copertura da parte della vegetazione e quindi predisposta a nuove valanghe”. Belmaggio poi invita Lacchetta, qualora il giardino non si volesse prevedere altrove, a interpellare un altro ufficio regionale per riclassificare l'assetto idrogeologico dell'area.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero